Erevan , venerdì, 1. luglio, 2016 12:00 (ACI Stampa).
Che l’unità non sia sottomissione, Papa Francesco lo ha sottolineato durante il suo viaggio in Armenia, dal 24 al 26 giugno. Ma lo dice, e da tempo, l’arcivescovo Raphael Menassien, arcivescovo della Chiesa Cattolica Armena e ordinario dell'Europa Orientale. Ci tiene a sottolinearlo, perché sta tutto lì il nodo del rapporto con la Chiesa Apostolica, che si ritiene discendente dell’apostolo Taddeo e che contesta il modo in cui viene esercitato il primato petrino. E probabilmente lo avrà detto anche a Papa Francesco, perché è toccato a lui stare sempre vicino al Papa durante i tre giorni di viaggio in Armenia.
Cosa è la Chiesa cattolica armena e qual è la differenza con la Chiesa apostolica armena?
Prima di tutto, in termini di dogma, come teologia, come credo, la Chiesa apostolica è uguale, identica a quella cattolica. Non c’è nessuna differenza tra la Chiesa apostolica e quella cattolica, né nei sacramenti né nella teologia né nella professione della fede. L’unica separazione è rappresentata da una questione piuttosto umana: la Chiesa Apostolica è separata dalla Santa Sede, da Pietro diremmo. Gli Apostolici hanno un forte senso della Chiesa Nazionale, e il nazionalismo ha preso un colore differente da quello di una Chiesa nazionale, ma legata ad una Chiesa universale.
In cosa consiste esattamente la separazione?
La separazione tra le due Chiese riguarda soprattutto il clero, non i fedeli. La divisione è un fattore umano, ma dimostra anche una immaturità. Si vede la difficoltà di comunicazione, il porre una barriera, un muro… e così ci separiamo. La separazione significa che non si è capaci a discutere, a fare un percorso insieme.