Padova , sabato, 2. luglio, 2016 13:00 (ACI Stampa).
La Veneranda Arca di Sant’ Antonio, che da 600 anni si occupa della Basilica padovana, ha ora iniziato il progetto di restauro di una serie di tessili che costituiscono l’occasione per riportare l’attenzione sulla cappella Gattamelata, voluta e fatta decorare da Giacoma da Leonessa, moglie e vedova del condottiero, per seppellirvi il marito e il figlio Giovanni Antonio. Le due tombe, sono la sola parte superstite quattrocentesca della cappella, ora dedicata al Santissimo Sacramento.
I tessuti sono forse di una sepoltura femminile, nella cappella furonocinfatti inumate almeno tre donne: Giacoma da Leonessa, che muore tra l’8 giugno 1465 e il 14 settembre 1466; Caterina, figlia naturale di Giovanni Antonio Gattamelata, e quindi nipote di Giacoma, morta probabilmente di parto alla fine del 1476, e un’altra Giacoma, figlia naturale di Gentile da Leonessa (parente della prima Giacoma) e compagno d’armi di Erasmo, che probabilmente muore nei primi anni del Cinquecento.
I frammenti sono ununicum nella città del Santo, reso ancora più speciale dalla generale scarsezza di questo tipo di reperti.
Conservati nella Pontificia Biblioteca Antoniana, servizio della Delegazione Pontificia per la basilica di Sant’Antonio in Padova fino ad oggi non erano mai stati studiati né tantomeno restaurati. Dopo un’indagine preliminare e le prove funzionali al restauro, in questi giorni i preziosi tessili sono stati affidati alle cure della restauratrice Anna Passarella del Laboratorio di restauro Giordano Passarella di Campodarsego. Il loro restauro appena iniziato e la successiva esposizione nelle sale del Museo Antoniano rappresentano il completamento per la valorizzazione e la restituzione alla cittadinanza di questi “beni culturali” di inestimabile valore storico per la città.