Creta , lunedì, 27. giugno, 2016 12:00 (ACI Stampa).
“Abbiamo scritto una pagina di storia, un capitolo nuovo nella storia contemporanea della nostra Chiesa. Tornando a casa possiamo dire di aver dato prova ancora una volta della nostra unità in Cristo. Siamo una Chiesa indivisibile e abbiamo sperimentato la gioia dell’unità nella nostra diversità”. Lo ha detto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, chiudendo ieri il Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa che si è svolto a Creta. Un concilio storico ma segnato dalle tensioni e dalle assenze, a partire dal Patriarcato di Mosca passando per Antiochia, Georgia e Bulgaria.
Salutando i delegati delle altre Chiese cristiane, Bartolomeo ha ribadito la scelta del dialogo ecumenico, avversata da alcuni settori delle chiese ortodosse, in particolare quella georgiana. "In questa settimana tutti noi in questa sala - ha spiegato il Patriarca - abbiamo sperimentato la luce dello Spirito Santo: tutti noi siamo stati confermati dell’importanza vitale del dialogo con le altre Chiese cristiane”.
Nel messaggio finale è stata comunicata la decisione di voler convocare un Concilio ogni 7-10 anni mentre viene espressa preoccupazione per l'espandersi dei fondamentalismi e della violenza.
Sul tema dei rifugiati le Chiese ortodosse chiedono “alle autorità civili, ai cittadini e ai cristiani ortodossi nei Paesi verso i quali i rifugiati perseguitati cercano rifugio, a continuare ad offrire il loro aiuto nei limiti e al di là delle loro capacità”.
Tra i temi affrontati a Creta la missione della Chiesa nel mondo, l'autonomia delle Chiese ortodosse ed il matrimonio.