Erevan , domenica, 26. giugno, 2016 22:33 (ACI Stampa).
Al popolo armeno auguro "la giustizia e la pace e prego per questo, perché è un popolo coraggioso, e prego perché trovi la giustizia e la pace, io so che tanti lavorano per questo". E' un popolo che "ha portato croci, ma non ha perso la tenerezza, l’arte, la musica... un popolo che ha sofferto tanto nella sua storia e soltanto la fede lo ha mantenuto in piedi, perché il fatto che sia stata la prima nazione cristiana, questo non è sufficiente. E’ stata la prima nazione cristiana perché il Signore l’ha benedetta, perché ha avuto i santi, ha avuto i vescovi santi, martiri e per questo ha fatto della resistenza la pelle di pietra, diciamo così, ma non ha perso la tenerezza di un cuore materno. L’Armenia è anche madre". Sono le prime parole del Papa, nella consueta conferenza stampa con i giornalisti ammessi al volo papale, durante il viaggio di ritorno verso Roma.
Dopo aver auspicato la fine della guerra tra azeri e armeni per il controllo del Nagorno-Karabak, Papa Francesco ha affrontato la questione del genocidio armeno che ha provocato la dura reazione della Turchia. "In Argentina quando si parlava dello sterminio armeno - ha spiegato Francesco - sempre si usava la parola genocidio. Nella cattedrale di Buenos Aires nel terzo altare a sinistra abbiamo messo una croce di pietra ricordando il genocidio. Io ho sempre parlato dei tre genocidi del secolo scorso: Il primo l’armeno, poi quello di Hitler e poi l’ultimo quello di Stalin...ce ne è un altro in Africa, nell’orbita delle due grandi guerre. L’anno scorso quando preparavo il discorso ho visto che Giovanni Paolo II ha usato la parola, che ha usato tutte e due. Grande Male e genocidio e io ho citato tra virgolette quella...e non è caduta bene, è stata fatta una dichiarazione del governo turco, la Turchia in pochi giorni ha chiamato ad Ankara l’ambasciatore, che è un bravo uomo, che è tornato due - tre mesi fa, un digiuno ambasciatoriale, ma è un diritto il diritto alla protesta. In questo discorso all’inizio non c’era la parola ma l’avevamo già detto. Ma lì io volevo sottolineare un’altra cosa, e credo che lo ho anche detto, questo genocidio, come negli altri due le grandi potenze internazionali, guardavano dall’altra parte. Questa è stata la cosa, nella seconda guerra mondiale alcune potenze, avevano le fotografie delle ferrovie che portavano ad Auschwitz , avevano la possibilità di bombardare e non l’hanno fatto. Per esempio. Nel contesto della prima guerra c’era stato il problema degi armeni e nel contesto della seconda guerra dove è stato il problema di Hitler e Stalin. E poi la domanda storica, perché non avete fatto questo, voi potenze....non accuso è una domanda. Ma questa parola mai detta con animo offensivo, e questo è oggettivo".
Francesco ha parlato anche del suo predecessore, a pochi giorni dal 65/mo anniversario dell'ordinazione presbiterale di Benedetto XVI. Il Pontefice parteciperà ad una piccola celebrazione con il Papa Emerito. "Ci sarà un piccolo atto con i capi discastero, poca gente - ha raccontato il Papa - ma perché lui preferisce una cosa...ha accettato ma molto modestamente e ci sarò anche io e dirò qualcosa a questo grande uomo di preghiera, di coraggio che è il Papa Emerito, non il secondo Papa che è fedele alla sua parola e che è un uomo di Dio, anche molto intelligente, e che per me è il nonno saggio a casa". Papa Bergoglio chiarisce poi che non esiste un ministero petrino diviso. "Mai dimentico quel discorso che ha fatto ai cardinali, il 28 febbraio; tra voi sicuro ci sarà il mio successore. Prometto obbedienza, e l’ha fatto. Poi ho sentito, ma non so se è vero forse sono dicerie ma vanno bene con il suo carettere che alcuni sono andati a lamentarsi su questo nuovo Papa e li ha cacciati via. E' un uomo di parola, un uomo retto, retto, retto. Poi io l'ho ringraziato pubblicamente: Benedetto ha aperto la porta ai papi emeriti, 70 anni fa i vescovi emeriti non esistevano, oggi ci sono...ma con questo allungamento della vita non si può reggere una chiesa a questa età, con acciacchi e lui con coraggio, con preghiera e anche con scienza, con teologia ha deciso di aprire questa porta, e credo che questo è bene per la Chiesa. Ma c’è un solo Papa, e l’altro saranno come i vescovi emeriti, non dico tanti ma potranno due o tre saranno emeriti".