Città del Vaticano , mercoledì, 22. giugno, 2016 15:00 (ACI Stampa).
"Ogni volta che leggo le opere di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI mi diviene sempre più chiaro che egli ha fatto e fa teologia in ginocchio: in ginocchio perché, prima ancora che essere un grandissimo teologo e maestro della fede, si vede che è un uomo che veramente crede, che veramente prega; si vede che è un uomo che impersona la santità, un uomo di pace, un uomo di Dio". Con queste parole Papa Francesco torana ad elogiare il suo predecessore, Benedetto XVI. E questa volta Papa Bergoglio lo fa per iscritto, nella prefazione al volume Insegnare e imparare l’Amore di Dio, pubblicato in italiano, tedesco, francese, polacco, spagnolo, e inglese edito da Cantagalli.
Papa Benedetto - sostiene Francesco - è un modello di vita sacerdotale perchè incarna un "profondo radicamento in Dio senza il quale tutta la capacità organizzativa possibile e tutta la presunta superiorità intellettuale, tutto il denaro e il potere risultano inutili; egli incarna quel costante rapporto con il Signore Gesù senza il quale non è più vero niente, tutto diventa routine".
Francesco parla anche della rinuncia di Benedetto XVI che "ci impartisce nel modo più evidente una tra le sue più grandi lezioni di teologia in ginocchio. Perché è forse soprattutto dal Monastero Mater Ecclesiae, nel quale si è ritirato, che Benedetto XVI continua a testimoniare in modo ancor più luminoso il fattore decisivo, quell' intimo nucleo del ministero sacerdotale che i diaconi, i sacerdoti e i vescovi mai devono dimenticare: e cioè che il primo e più importante servizio non è la gestione degli affari correnti, ma pregare per gli altri, senza interruzione, anima e corpo, proprio come fa il Papa emerito oggi".
In questo modo - conclude Papa Francesco - Benedetto XVI insegna a tutti come si dovrebbe pregare: "una intercessione di cui la Chiesa e il mondo - e tanto più in questo momento di vero e proprio cambio d' epoca - hanno bisogno più che mai, come il pane, più del pane. Perché pregare e affidare la Chiesa a Dio, nella consapevolezza che la Chiesa non è nostra, ma Sua, e che proprio per questo Egli non la abbandonerà; perché pregare significa affidare il mondo e l' umanità a Dio; la preghiera è la chiave che apre il cuore di Dio, è l' unica che riesce a ricondurre Dio sempre di nuovo in questo nostro mondo, e insieme l' unica che riesce a ricondurre sempre di nuovo gli uomini e il mondo a Lui, come il figliol prodigo a suo padre che, pieno d' amore per lui, non attende altro che poterlo riabbracciare. Benedetto non dimentica che la preghiera è il primo compito del vescovo. E così il pregare veramente va mano nella mano con la consapevolezza che, senza la preghiera, ben presto il mondo non solo perde l' orientamento ma anche l' autentica fonte della vita".
Il 29 giugno prossimo, in occasione del 65° anniversario di sacerdozio del Papa Emerito, Francesco incontrerà nuovamente Benedetto XVI nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Per Papa Benedetto sarà un ritorno a casa, dopo l'addio del 28 febbraio 2013.