Città del Vaticano , mercoledì, 22. giugno, 2016 10:40 (ACI Stampa).
Purificazione del corpo e dell’anima, integrazione sociale, misericordia. Sono i temi affrontati da Papa Francesco, nell’Udienza del 22 giugno, in una giornata tipicamente estiva. Tantissimi i pellegrini venuti per salutarlo.
Ad accompagnarlo oggi, però, sono dei fedeli particolari e speciali: un gruppo di rifugiati, saliti con lui sul sagrato della piazza portando uno striscione “Rifugiati per un futuro insieme”. Si sono seduti accanto al Papa, ascoltando attentamente il commento al Vangelo odierno, il miracolo del lebbroso guarito e purificato da Gesù. Vivono a Firenze, sono circa 14 giovani provenienti da diversi paesi, soprattutto dall'aerea africana.
“Signore, se vuoi puoi purificarmi” è proprio la richiesta da parte di un lebbroso a Gesù. “Non chiede solo di essere guarito – inizia il Papa nella sua catechesi - ma di essere purificato, cioè risanato nel corpo e nel cuore. La lebbra era considerata un’impurità profonda, il lebbroso doveva tenersi lontano da tutti, dal tempio, lontano da Dio e dagli uomini”.
“Triste vita, faceva questa gente”, commenta Francesco. “Nonostante ciò – continua il Pontefice - il lebbroso non si rassegna né alla malattia né alle condizioni che fanno di lui un escluso. Entra in città nonostante gli fosse vietato e quando trova Gesù riconosce la sua potenza e che tutto dipenda dalla sua volontà. Questa fede è la forza che gli permette di rompere ogni convenzione e di cercare l’incontro con Gesù e, inginocchiandosi davanti a Lui, lo chiama “Signore”. La supplica del lebbroso mostra che quando ci presentiamo a Gesù non è necessario fare lunghi discorsi, bastano poche parole, purché accompagnate dalla piena fiducia nella sua onnipotenza e nella sua bontà.”
Poi Papa Francesco fa una confidenza ai fedeli presenti: “Vi faccio una confidenza personale: la sera prima di andare a letto io recito questa preghiera: “Signore se vuoi puoi purificarmi e prego cinque Padre Nostro, uno per ogni piaga di Gesù. Questo potete farlo anche voi a casa vostra! Gesù ci ascolta sempre!”.