Roma , venerdì, 24. giugno, 2016 11:00 (ACI Stampa).
“Papa Francesco va in Armenia soprattutto per incoraggiare la comunità cattolica armena ed esprimere tutto il suo sostegno a questo popolo che, 100 anni fa, fu “scartato” e quasi eliminato del tutto – per questo si parla di genocidio - per motivi etnici e religiosi. Ciò sarà ricordato nella sosta di sabato 25 giugno nella "Fortezza delle rondini " (luogo del memoriale del genocidio armeno) ove incontrerà dieci dei discendenti scampati dal genocidio e con loro pregherà e reciterà il Padre Nostro".
E’ quanto dichiara Don Flavio Peloso, religioso orionino e direttore della rivista di studi “I messaggi di Don Orione” che ha studiato della questione armena grazie anche ai documenti conservati nell’archivio centrale della Congregazione orionina.
“Questo evento – aggiunge Don Peloso - coinvolge anche la nostra Congregazione orionina perché in anni lontani, ma non dimenticati, nel 1925, una settantina di orfani armeni, salvati dal “Metz Yeghern”, furono accolti da Don Orione nell’Istituto di Rodi. Otto di quegli orfani seguirono Don Orione come chierici e due – Giovanni Dellalian e Pietro Chamlian – divennero sacerdoti”.
“Personalmente, - prosegue Don Peloso - vivo la visita con attualizzazione affettiva di quelle vicende ravvivata dalla relazione con la figlia Katerina di uno di quegli otto giovani chierici armeni: Bergi Benliyan. Conobbi Katerina 7 anni fa e fu grande la sua e mia emozione nel riannodare insieme ricordi e documenti di una bella vicenda umana e religiosa. In occasione della celebrazione del centenario dell’inizio del genocidio armeno, il 12 aprile, abbiamo condiviso il ricordo di quei tragici eventi e anche la parabola di umanità scritta da Don Orione nella quale entrò anche il papà Bergi”.
”Bergi Benliyan – precisa Don Flavio - partì nel settembre 1925 da Costantinopoli per Rodi, e fu nell’Istituto orionino di Acandia, diretto da Don Sante Gemelli. Il 29 giugno 1928, con un gruppetto di giovani aspiranti, partì in nave da Rodi, con soste a Corfù e Brindisi, per giungere a Roma il 3 luglio, accolto da Don Orione. Il 4 aprile 1929, fece la vestizione con altri 6 chierici armeni (l’ottavo si unirà più tardi). Dall’ottobre 1929, passò al Probandato di Voghera. Qui ebbe problemi di salute e ritornò a Rodi, ove poi si sposò ed ebbe i figli Ilario e Katerina. Morì a Roma nel 1983”.