Roma , martedì, 21. giugno, 2016 15:30 (ACI Stampa).
Kateri Tekakwitha, è la prima nativa americana ad essere dichiarata santa da Benedetto XVI nel 2012. La sua è una storia emblematica di fede. E a raccontarla in Kateri è James Kelty in un docufilm in coproduzione con EWTN.
Il film sarà proiettato nell’ambito della settima edizione del Festival Internazionale del Film Cattolico (Mirabile Dictu), manifestazione ideata dalla regista e produttrice Liana Marabini per dare spazio ai produttori e ai registi di film, documentari, docufiction, serie tv, cortometraggi e programmi che promuovono valori morali universali e modelli positivi. Nato nel 2010 sotto l’Alto Patronato del Pontificio Consiglio della Cultura, il Festival si svolge a Roma fino al 23 giugno e conta quattro categorie in concorso miglior film, miglior documentario, miglior cortometraggio, miglior regista, ai vincitori delle quali andrà il Pesce d’Argento, ispirato al primo simbolo cristiano.
Al film sarà assegnato il Premio speciale della Capax Dei Foundation.
La storia di Kateri ci riporta la 1656, anno nel quale la santa nasce vicino ad Albany, non lontano da New York. Il padre era un capo irochese, mentre la madre era algonchina, ma aveva incontrato la fede cristiana e si era convertita. Quattro anni più tardi, l’epidemia di vaiolo segnò la vita di Kateri, portandole via i genitori e lasciandole alcune menomazioni al volto e alla vista. È del 1675 invece il suo avvicinamento al cristianesimo, anno in cui tre missionari francesi arrivarono nel suo villaggio: Kateri rimase affascinata da queste persone, tanto da chiedere già un anno dopo il battesimo. Ma questa scelta la mise contro allo zio, da cui, orfana, era ospitata: veniva lasciata senza cibo di domenica, quando si rifiutava di lavorare per santificare la festa, rifiutò il matrimonio con un giovane pellerossa e si mantenne vergine.
E arrivò il giorno in cui uno dei missionari le consigliò di trasferirsi vicino a Montreal, per dedicare la sua vita alla preghiera in una missione di san Francesco Saverio. Dopo aver fatto voto di verginità, nel 1680, appena 24enne, un’improvvisa malattia la portò alla morte, dopo la quale scomparve ogni segno del vaiolo dal suo volto.