Città del Vaticano , sabato, 18. giugno, 2016 17:20 (ACI Stampa).
Un pomeriggio estivo di sole, il Papa arriva e sono i più piccoli ad accoglierlo per primi. Francesco gioca con loro, sono loro la speranza di Villa Nazareth, una famiglia più che un istituto e infatti sono le famiglie che subito dopo i bambini ricevono Francesco. Famiglie di studenti, di ex studenti, di studenti di seconda e terza generazione che sono arrivati da tutta Italia e da tante parti del mondo nonostante lo slittamento della data della visita.
E tra i tanti che accolgono il Papa in prima linea il cardinale Achille Silvestrini che ha permesso che questo luogo diventasse il luogo di riferimento per tanti, e luogo di ispirazione anche per molta della politica della Santa Sede, perché, ha detto l’anziano cardinale, Villa Nazareth è un’opera di Dio.
Nella grande cappella ci sono gli studenti di oggi, laici, sacerdoti, e tutti ascoltano il Vangelo, un passaggio che il Papa ama particolarmente, la parabola del Buon Samaritano.
E il Papa riporta la riflessione ad un personaggio in particolare, l’albergatore che accoglie il samaritano. “Avrà pensato che è un pazzo, che usa i suoi soldi, che cura le ferite”. Invece si tratta di un “peccatore che ha compassione”. Dice il Papa. “ ecco cosa fa la testimonianza. Ha seminato inquietudine il samaritano nel cuore dell’albergatore. E questo fa la testimonianza”.