Ginevra , mercoledì, 15. giugno, 2016 18:00 (ACI Stampa).
I migranti? Non vanno considerati solo come una minaccia alla stabilità e alla sicurezza. Anzi. Devono essere visti anche dal punto di vista dell’apporto positivo che possono dare alla società. Lo sottolinea l’arcivescovo Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede presso la Sede alla 32esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani, tutto dedicato al tema delle migrazioni.
Il rapporto presentato ha numeri impressionanti. Nel 2015, sono stati contati 244 milioni di migrant, ovvero il 41 per cento in più rispetto al 2000. Sono movimenti – spiega l’arcivescovo Jurkovic – “che sono spesso la conseguenza di ineguaglianze economiche e sociali, violenti conflitti, disastri naturali e persecuzioni religiose”. Non si fugge solo dalle guerre, anzi. La maggior parte dei migrant vanno via in cerca di lavoro, in cerca di una possibilità di migliorare la loro condizione economica e sociale.
Ed è per questo – ammonisce l’arcivescovo Jurkovic – che le persone in movimento “non dovrebbero essere trattate solamente come una minaccia alla stabilità nazionale, e per questo lasciate allo sfruttamento di persone senza scrupoli o trattate come meri prodotti o beni commercial, senza alcuna reale preoccupazione per i loro diritti e le loro aspirazioni”.
L’Osservatore chiede anche di considerare il contributo positivo dato dai migranti alle nazioni che gli ricevono sia riconosciuto e affermato, perché il lavoro dei migrant “rappresenta una soluzione per il problema demografico”, contribuiscono “a costruire ponti tr ale culture e a diffondere il benessere e lo sviluppo delle loro nazioni di origine attraverso i guadagni che rispediscono alle famigli e attraverso le nuove capacità che acquisiscono”.
Un contributo positivo – prosegue l’arcivescovo Jurkovic – che diventa ancora più visibile quando i migranti “diventano pienamente integrati nelle società che li ospitano e così diventano consapevoli che un future migliore possa essere costruito insieme”.