Città del Vaticano , lunedì, 27. aprile, 2015 11:29 (ACI Stampa).
E’ passato esattamente un anno da quel vero e proprio fiume umano che si riversò in piazza San Pietro e nelle strade limitrofe per partecipare al rito di canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Di quel giorno, il 27 aprile 2014, restano impresse tante istantanee. Una in particolare. L’abbraccio, il primo sul sagrato della Basilica Vaticana, di Papa Francesco al Papa Emerito Benedetto XVI che su invito del Pontefice partecipava al rito come concelebrante. Due Papi venuti ad omaggiare e venerare due loro predecessori. Sul sagrato di San Pietro ci sono Francesco, Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.
E non poteva essere diversamente. Benedetto XVI ha legato la sua vita alle grandi figure dei suoi due predecessori. La svolta per il giovane Ratzinger è arrivata grazie a Giovanni XXIII che ha voluto il Concilio Vaticano II, al quale il futuro Papa Benedetto ha partecipato come perito nello staff del Cardinale tedesco Josef Frings.
Parlare del rapporto tra Ratzinger e Wojtyla potrebbe sembrare addirittura superfluo. Ratzinger sul piano dottrinale è stato per oltre un ventennio il braccio destro di Giovanni Paolo II. Una stima reciproca che è sfociata in amicizia. Ai funerali del Papa polacco il porporato tedesco pronunciò un’omelia straordinaria, quasi un fratello parlasse al fratello. Da Pontefice, Benedetto si è impegnato fin da subito per abbreviare i tempi del processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II, fino a beatificarlo personalmente sei anni dopo la morte, il 1 maggio 2011
Se questo è – solo sinteticamente – il rapporto di Benedetto XVI con Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, altrettanto forte è quello che lega i due Santi a Papa Francesco. Basti pensare che Jorge Bergoglio non ha voluto aspettare il riconoscimento del secondo miracolo per Papa Roncalli e ha proceduto a canonizzarlo per equipollenza. Un Papa – ebbe a dire Francesco –che “nella convocazione del Concilio ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito Santo”.