Città del Vaticano , martedì, 14. giugno, 2016 11:27 (ACI Stampa).
Pregare per i nemici è l'atteggiamento che più ci avvicina alla perfezione cristiana. E' la riflessione di Papa Francesco nella Messa odierna a Santa Marta.
Secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana, Francesco commenta il brano del Vangelo in cui Gesù esorta i discepoli a tendere alla perfezione di Dio, “che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni”. E invita tutti a pregare " per chi ci vuole male".
Il Papa rammenta i due modi di intendere la Parola di Dio: la Legge proposta dai dottori della legge, in modo schematico al popolo ebraico dai suoi capi e la “pienezza” di quella stessa Legge che Cristo afferma di essere venuto a portare.
“La spiegazione della Legge in quel tempo – osserva il Papa– era in crisi. Era una spiegazione troppo teorica, casistica... Diciamo che era una legge in cui non c’era il cuore proprio della Legge, che è l’amore di Dio, che ha dato a noi. Per questo il Signore ripete quello che era nell’Antico Testamento: il Comandamento più grande qual è? Amare Dio con tutto il cuore, con tutte le tue forze, con tutta l’anima, e il prossimo tuo come te stesso. E nella spiegazione dei Dottori della Legge questo non era tanto al centro. Al centro c’erano i casi: ma si può fare questo? Fino a che punto si può fare questo? E se non si può?La casistica proprio della Legge. E Gesù prende questo e riprende il vero senso della Legge per portarlo alla sua pienezza”.
E qui Francesco elenca i nuovi modi che Gesù utilizza per mostrare i Comandamenti sotto una luce nuova: "Non uccidere può voler dire anche non insultare un fratello e avanti e su fino a porre in risalto come l’amore sia più generoso della lettera della Legge. E' un lavoro di guarigione del cuore. C’è un cammino di guarigione: un cuore ferito dal peccato originale deve andare per questa strada di guarigione e guarire per assomigliare al Padre, che è perfetto: siate perfetti come è perfetto il Padre Vostro Celeste. Una strada di guarigione per essere figli come il Padre”.