Città del Vaticano , venerdì, 10. giugno, 2016 9:00 (ACI Stampa).
L’attacco del Parlamento di Valencia all’arcivescovo della città, il Cardinale Antonio Canizares, reo di aver difeso la famiglia naturale e aver attaccato l’ideologia gender in una lezione universitaria. Le tensioni contro i cattolici in Belgio e Francia, dove persino una Chiesa è stata bruciata, un prete aggredito, un tabernacolo dissacrato. Gli attacchi informatici ai siti cattolici, sempre in Belgio e Francia. È il bollettino del cristianesimo sotto attacco in Europa, che conta solo alcuni dei fatti più eclatanti.
Che il cristianesimo viva un periodo difficile in Europa, era stato certificato anche dagli ultimi rapporti sulla Libertà Religiosa nel Mondo di Aiuto alla Chiesa Che Soffre, che mostravano preoccupazione sullo status della libertà religiosa in Europa. Viene messo in discussione il diritto della Chiesa ad entrare nel dibattito pubblico, il diritto dei fedeli di praticare l’obiezione di coscienza, il diritto delle persone di portare simboli religiosi.
L’attacco alla libertà religiosa passa prima di tutto per l’attacco alla libertà di espressione. Il Cardinale Antonio Canizares Llovera, arcivescovo di Valencia e cinque anni passati a Roma come prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha tenuto nei giorni scorsi una lectio magistralis presso la sede spagnola dell’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. E nell’occasione aveva denunciato il tentativo di “imporci una ideologia di genere con leggi inique alle quali non dobbiamo obbedire”. Non solo. C’è – affermava il Cardinale – una “escalation contro la famiglia da parte di dirigenti politici, aiutati da altri poteri come l’impero gay e certe ideologie femministe”.
Parole chiare e nette, che non potevano passare inosservate. Le sigle della comunità LGBT si sono ribellate e hanno presentato denuncia penale contro l’arcivescovo per aver incitato all’odio contro omosessuali e femministe.
Le Cortes Valenciane, cioè il Parlamento locale, hanno subito dato seguito alle accuse: prima hanno organizzato un dibattito per censurare il discorso dell’arcivescovo. Il quale dal canto suo ha scritto una lettera aperta alla diocesi, lamentando il giudizio sommario cui era stato sottoposto e lamentando l’assenza di libertà religiosa. Le Cortes hanno persino detto che il porporato non metterebbe in pratica gli insegnamenti di Papa Francesco, cosa che ha suscitato la reazione indignata del piccolo Ratzinger: “Hanno manipolato anche il Santo Padre per usarlo contro di me. Non sono razzista, omofobo o sessista. Io accetto tutti e non escludo nessuno perché credo fermamente nel Signore. Ma cerco e proclamo la verità e la giustizia, anche a costo di essere sgradevole”.