Città del Vaticano , mercoledì, 8. giugno, 2016 15:30 (ACI Stampa).
Riforma della Curia, è tutto in evoluzione. La quindicesima riunione del Consiglio dei Cardinali ha discusso sia degli ultimi sviluppi (l’istituzione del Dicastero Famiglia, Laici e Vita) e sia delle possibili riforme da fare, in attesa di una Costituzione Pastorale che metta definitivamente ordine alle molte idee sul tavolo del Consiglio dei Cardinali.
Sono stati tre giorni intensi, passati a ridefinire le possibili ristrutturazione di tutti gli uffici di Curia, compresa la Segreteria di Stato, che pure per un periodo sembrava aver guadagnato una certa stabilità di governo. Ma se la Segreteria di Stato guidata dal Cardinal Parolin resta comunque un punto fermo nell’organizzazione della Curia e nel coordinamento diplomatico, restano comunque le idee di semplificazione e decentramento della Curia che coinvolgono tutti i dicasteri.
Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, sottolinea che sono stati oggetto di approfondimento la Congregazione per i Vescovi, per le Chiese Orientali e per il Clero, il Pontificio Consiglio della Cultura e per il Dialogo Interreligioso, e appunto la Segreteria di Stato.
Mentre negli scorsi giorni si è parlato anche di Congregazione della Dottrina della Fede, di Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, della Congregazione delle Cause dei Santi. E poi c’è l’istituzione di un altro “super-dicastero”, ovvero il dicastero Carità, Giustizia e Pace. Di certo, si sa che il dicastero comprenderà i Pontifici Consigli Giustizia e Pace, Migranti, Cor Unum e Operatori Sanitari. Ma è tutto in evoluzione, come pure il nome del dicastero: prima era Carità, Giustizia e Pace, poi Giustizia, Pace e Migrazioni, ora Carità, Giustizia e Pace.
I criteri della riforma – spiega padre Federico Lombardi – sono tra gli altri “semplificazione, armonizzazione dei compiti, possibili forme di decentralizzazione in rapporto alle conferenze episcopali”. Ma come questo verrà definito poi è tutto da vedere.