Vercelli , venerdì, 10. giugno, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Don Giacomo Abbondo, curato di campagna, innamorato di Dio. Vissuto nel 1700, nato a Salomino, frazione di Tronzano Vercellese, ha lasciato un segno indelebile per dedizione spirituale e impegno verso i più bisognosi. E per questo sarà beatificato sabato 11 giugno a Vercelli, dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Frequentò le scuole comunali a Tronzano e poi le scuole superiori a Vercelli. Sentendosi chiamato al sacerdozio, studiò nel seminario di Vercelli. In tale periodo svolse l’attività di precettore presso la famiglia del conte Agostino Benedetto Cusani di Sagliano, sindaco di Vercelli, che aveva sette figli di età compresa tra i due ed i diciotto anni. Giacomo ricevette infine l’ordinazione presbiterale il 21 marzo 1744. Laureatosi in Lettere il 31 ottobre 1748 presso l’Università di Torino, fu nominato professore titolare di Umanità presso le Regie Scuole di Vercelli.
Don Giacomo fu attivo prima presso la parrocchia di San Michele in Vercelli, per poi assumere l’incarico di prevosto di Tronzano, suo paese natale, dove secondo un diritto risalente al 1435 l’elezione del parroco spettava ai capifamiglia. Il 3 luglio 1757 ebbe così inizio il suo ministero pastorale, che lo vide sempre instancabile nella cura delle anime.
Convinto del suo sacerdozio come servizio e sempre disponibile nei confronti dei suoi parrocchiani, cercò di aiutare i suoi parrocchiani a riscoprire la bellezza e la bontà di Dio, la possibilità di conoscerlo, di pregarlo, di incontrarlo abitualmente nella sua Parola e nei Sacramenti.
Don Abbondo visitava periodicamente i suoi parrocchiani, anche quelli che abitavano nelle cascine e nelle frazioni più lontane dal centro abitato e per tutti si rivelava un buon padre ed un educatore amorevole.