Città del Vaticano , martedì, 7. giugno, 2016 11:29 (ACI Stampa).
Vincere la tentazione dello spiritualità dello specchio. Ovvero, non essere tentati dall’illuminare più se stessi che a portare agli altri la luce della fede. Lo ha detto Papa Francesco nella consueta omelia mattutina nella Domus Sanctae Marthae, come riportato da Radio Vaticana.
Papa Francesco sottolinea che Gesù parla sempre “con parole facili, con comparazioni facili, perché tutti possano capire il messaggio”. E, basandosi sul Vangelo del giorno, ricorda le metafora della luce e del sale, nessuna delle quali è per se stessa, perché “la luce è per illuminare altro, il sale per insaporire, conservare altro”.
Si chiede il Papa: come può dunque il cristiano far sì che il sale e la luce non vengano meno, si chiede Francesco, far sì che non finisca l’olio per accendere le lampade?
E si risponde: “Semplicemente la preghiera. Tu puoi fare tante cose, tante opere, anche opere di misericordia, tu puoi fare tante cose grandi per la Chiesa – un’università cattolica, un collegio, un ospedale… - e anche ti faranno un monumento da benefattore della Chiesa, ma se non preghi quello sarà un po’ oscuro o buio. Quante opere diventano buie, per mancanza di luce, per mancanza di preghiera. Quello che mantiene, quello che dà vita alla luce cristiana, quello che illumina, è la preghiera”.
Per Papa Francesco, la preghiera è dunque “l’olio, la batteria che dà vita alla luce”. E poi c’è il sale, che “diventa sale quando si dà. E questo è un altro atteggiamento del cristiano: darsi; insaporire la vita degli altri, insaporire tante cose col messaggio del Vangelo. Darsi. Non conservare se stesso. Il sale non è per il cristiano, è per darlo. Lo ha il cristiano per darlo, è sale per darsi, ma non è per sé.”