Gallinaro , martedì, 7. giugno, 2016 15:00 (ACI Stampa).
L’hanno chiamata “Chiesa Universale della Nuova Gerusalemme” e l’hanno costituita il 4 ottobre 2015. È stato quello il punto di non ritorno: i gruppi di Gallinaro, riuniti attorno al culto di presunte apparizioni del Bambino Gesù ad una veggente che poi avrebbe “trasferito” le sue facoltà al genero, sono incorsi nella scomunica della Chiesa Cattolica. Non si tratta di una punizione. È semplicemente la certificazione che, costituendosi come chiesa a parte, non partecipando i sacramenti, addirittura negando gli insegnamenti del Papa e dei vescovi, quel gruppo era uscito dalla Chiesa Cattolica.
Non c’è, insomma, da intingere la penna per raccontare di una punizione del Papa o della Chiesa contro la sedicente “Nuova Gerusalemme”. Alla fine, finché si trattava di gruppi di preghiera con il discutibile culto della personalità del loro leader, e con l’ancora più discutibile allontanamento dai sacramenti, la diocesi poteva ammonire, notare che tutto era incompatibile con la vita cristiana, mettere i fedeli in allerta. Nel momento in cui però ci si auto-costituisce “chiesa”, si autocertifica di fatto l’essere setta. E si mette in atto uno scisma.
Scisma che è punito appunto con la scomunica latae sententiae (canone 1364). La diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, sotto la cui giurisdizione è il piccolo comune di Gallinaro, non poteva fare altro che segnalare il fatto all’autorità competente, la Congregazione della Dottrina della Fede. E la Congregazione della Dottrina della Fede non ha potuto fare altro che confermare che ormai non c’era più possibilità, per il gruppo di Gallinaro, di stare dentro la Chiesa. A meno che questi non si fossero pentiti e non avessero chiesto di rientrare nella Chiesa Cattolica.
Visto dal punto di vista universale della Chiesa, è cronaca comune, che accade con moltissimi gruppi di preghiera che a un certo punto prendono una strada personale – basti pensare al proliferare delle sette evangelicals in America Latina. Visto dal punto di vista di una diocesi piccola, l’effetto è dirompente. Gallinaro è un piccolo comune del Frusinate di 1200 abitanti, ma l’effetto “Nuova Gerusalemme” vi ha fatto orbitare intorno fedeli provenienti anche dalle diocesi limitrofe. Tanto che un bollettino della diocesi di Salerno del dicembre 2015 ricordava ai fedeli che quanto accadeva in quel luogo era “incompatibile con la fede cattolica”.
La storia delle presunte apparizioni del Bambino Gesù a Gallinaro risale al 1974, quando Giuseppina Norcia, una veggente il cui carisma è molto noto nella zona, dice di aver ricevuto delle apparizioni mistiche. Nel 1975, la sua famiglia ha per questo costruito un piccolo tempio vicino la casa di famiglia, in cui era esposto un piccolo Gesù Bambino in ceramica e una epigrafe che chiamava il posto come “Nuova Gerusalemme”. La “cappellina” non è mai stata consacrata, eppure lì intorno si è velocemente sviluppato un via vai di fedeli, che la diocesi – allora guidata dal vescovo Luigi Minchiatti – non ha mancato di osservare con attenzione.