Città del Vaticano , giovedì, 5. marzo, 2015 11:03 (ACI Stampa).
La mondanità “è un peccato sottile, è più di un peccato: è uno stato peccatore dell’anima”. Lo ha detto Papa Francesco celebrando questa mattina la messa a Casa Santa Marta, ribadendo che essere troppo attaccati alle cose del mondo ci fa perdere di vista il dramma delle povertà.
“Tante persone che portano la vita in maniera difficile, in modo difficile – ha detto il papa secondo quanto riferisce la Radio Vaticana -; ma se io ho il cuore mondano, mai capirò questo. Con il cuore mondano non si può capire la necessità e il bisogno degli altri. Con il cuore mondano si può andare in chiesa, si può pregare, si possono fare tante cose. Ma Gesù, nell’Ultima Cena, nella preghiera al Padre, cosa ha pregato? ‘Ma, per favore, Padre, custodisci questi discepoli che non cadano nel mondo, che non cadano nella mondanità’”.
Il commento del papa è partito dalla parabola del ricco epulone, probabilmente non un uomo cattivo: “forse era un uomo religioso, a suo modo. Pregava, forse, qualche preghiera e due-tre volte l’anno sicuramente si recava al Tempio a fare i sacrifici e dava grosse offerte ai sacerdoti, e loro con quella pusillanimità clericale lo ringraziavano e lo facevano sedere al posto d’onore”.