Roma , mercoledì, 1. giugno, 2016 16:30 (ACI Stampa).
Non è una “mera presenza di circostanza” quella della Santa Sede alla FAO, l’organizzazione ONU che si occupa di combattere la fame nel mondo. Lo ha sottolineato monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’organizzazione, al Consiglio della FO che è iniziato il 30 maggio e terminerà il 3 giugno. Un impegno certificato anche da un intervento del Cardinal Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, che ha fornito “un nuovo modo” di affrontare l’emergenza cibo sviluppata dalla Caritas.
È una lotta agli sprechi, quella delineata da Monsignor Chica Arellano. “Dobbiamo fare in modo – ha detto – che non si perda nessun alimento. Ci vuole una analisi chiara di quello che viene fatto, a anche una ferma volontà politica, perché vengano fatti interventi necessari. In una parola, si tratta di creare le possibilità per condizioni di vita personale e comunitaria che permettano a tutti di affrontare questa importante questione”.
L’osservatore della Santa Sede alla FAO afferma che “oggi alla FAO, tutti insieme abbiamo voluto proclamare con tutta serietà e convincimento: invece di perdere alimenti, che tutto si sfrutti, che nessun prodotto si debba buttare perché è stato oggetto di un deterioramento superficiale”. E aggiunge: “In effetti, di fronte la perdita degli alimenti, che viene simbolicamente unita alla morte, dobbiamo promuovere la cultura dell’attenzione e della cura, che deve essere vincolata al fondamento della vita, della solidarietà e dell’aiuto a quanti hanno più bisogno. Un alimento perso è un alimento rubato ai poveri e a quanti sono ai margini”.
Come affrontare lo sviluppo della fame? Con una strategia di sviluppo globale” che appunto prevenga e includa anche strategie per ridurre ed eliminare la perdita di alimenti”.
Su questa scia si inserisce l’intervento del Cardinal Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, che nota come “la perdita di cibo ha luogo in tutti gli stadi della catena agricola dopo la raccolta, incluso nel trasporto dal campo alle fattorie, durante la trebbiatura e lo sgusciamento, durante l’immagazzinamento, durante il trasporto al mercato e anche durante il marleting”.