Roma , giovedì, 2. giugno, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Il verbale ufficiale della Conferenza di Cartagine o ‘Gesta collationis carthaginiensis’, che è giunto a noi incompleto, resta il documento fondamentale per la conoscenza della Chiesa cattolica e donatista d’Africa, del ruolo dei singoli protagonisti della Conferenza di Cartagine del 411, e del complesso apparato organizzativo che ne ha garantito l’ordinato svolgimento. Soltanto attraverso il resoconto fedele dei Gesta, frutto di un immane lavoro di un’intera squadra di stenografi e segretari, è possibile ancora ascoltare dal vivo gli interventi dei membri delle due delegazioni della Conferenza e del giudice moderatore Marcellino.
Ma soprattutto ci si può rendere conto, attraverso la lettura coordinata di tutti gli interventi di Agostino, Alipio e Possidio, tramandatici dai Gesta, del ruolo primario avuto dal vescovo di Ippona, coadiuvato dai fedeli colleghi nella vita monastica ed episcopale, e così ricostruire il clima tutto particolare di quei giorni storici per il futuro della Chiesa d’Africa.
Il testo edito dalle Paoline e curato dal prof. Alessandro Rossi, rappresenta una testimonianza straordinaria delle vicende tra cattolici e donatisti che hanno animato la vita delle prime comunità cristiane nel Nord Africa. Infatti dal momento in cui il Cristianesimo fu dichiarato ‘religio licita’ con l’Editto di Milano del 313, comincia un nuovo iter per una religione che diventa a tutti gli effetti “di Stato”.
Le ingerenze dell’Impero sono frequenti, anzi avranno un notevole peso sulla costituzione dei Concili o sulle dispute in merito alle eresie. La Conferenza di Cartagine del 411 si iscrive in tali tematiche, in cui la Chiesa cattolica d’Africa e quella donatista, schierate l’una di fronte all’altra, furono convocate dall’imperatore Onorio per porre fine al secolare scisma africano che animava la vita delle due comunità contrapposte. Per comprendere meglio le vicende ed il valore del testo abbiamo rivolto alcune domande al prof. Alessandro Rossi, che ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi sul donatismo ed ha pubblicato alcuni libri sul tema.
Quale è stato il motivo di questa ricerca?