Roma , giovedì, 26. maggio, 2016 11:00 (ACI Stampa).
State buoni se potete il resto è vanità... Questa storica e celebre frase era pronunciata da Filippo Neri ai suoi ragazzi quando nei caldi ed assolati pomeriggi dell'estate romana giocavano fra loro e correvano nell'oratorio di Santa Maria in Vallicella.
Fillippo Neri non ha bisogno di grandi presentazioni: è vissuto nella Roma del 1500 ed ha cercato, con il suo spirito allegro e gioioso, di trasmettere il Vangelo.
Di origine fiorentine scende a Roma per comprendere cosa il Signore volesse da Lui ed improvvisamente si trova al centro di una città in piena euforia e soprattutto ed in buona parte lontana dalla vere fede. Il Santo, però, non si dà per vinto ed inventa alcune celebri modalità per avvicinare a Cristo i lontani.
Fonderà un ospedale per i pellegrini che giungevano a Roma in occasione dell'Anno Santo del 1550 e prenderà il nome di Arciconfraternita della Trinità. Aveva però una accezione particolare:era aperto 24 ore su 24 - full time - proprio per accogliere tutti i più bisognosi.
Inventerà e creerà dal nulla un oratorio per i bambini di strada additandogli l'allegria,la gioia e qualche merenda, a base di pane ed olive, ma condita da tanta allegria e da qualche Ave Maria. Per questo fonderà un istituto religioso dei padre detti oratoriani o filippini, i quali hanno come scopo quello di educare i giovani ma con lo spirito allegro e scanzonato del santo fiorentino.
Lo scopo centrale della spiritualità di Filippo si fondava sul trinomio: allegria, preghiera, attività. In queste tre parole era contenuto tutto il segreto della santità che esigeva dai suoi ragazzi.