Riga , lunedì, 23. maggio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Ora la Lettonia attende il Papa. Dopo la visita del Cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, la speranza è che Papa Francesco arrivi nel Paese baltico a confermare quella periferia nella fede, facendo seguito all’unica visita di un Papa nel territorio, quella di San Giovanni Paolo II nel 1993. “Abbiamo inoltrato l’invito a Papa Francesco. Il Cardinal Parolin ha detto che lo avrebbe trasmesso, ma che spetta al Papa decidere”, racconta ad ACI Stampa Zbignevs Stankevics, arcivescovo di Riga.
Il Cardinal Parolin è stato in Lettonia dall’11 al 13 maggio. “La ragione ufficiale della visita – racconta l’arcivescovo Stankevics – è stata il 25esimo anniversario dello stabilimento dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e lo Stato lettone. Nel 1993 venne San Giovanni Paolo II, sono passati 23 anni, e c’era bisogno di una visita autorevole della Santa Sede per celebrare questo anniversario”.
Ma ora c’è bisogno di un Papa, per una terra mariana, dove si trova il santuario internazionale di Aglona. Lì, Giovanni Paolo II celebrò Messa. E lì potrebbe celebrarla anche Papa Francesco. Cosa darebbe il Papa alla terra lettone?
“Prima di tutto – risponde l’arcivescovo Stankevics - la visita del Papa potrebbe confermare nella fede. La vicinanza del Pontefice per noi è molto importante. Nella nostra Chiesa c’è la coscienza che dobbiamo essere fedeli al Papa, perché il Papa è guida visibile della Chiesa. Abbiamo tante lacerazioni nella nostra società. I lettoni sono poco più della metà dei russi, abbiamo anche rappresentanti delle altre nazioni. I cattolici sono una minoranza, ci sono molti luterani, ortodossi, anche gruppi più piccoli. E il Papa arriverebbe come messaggero della pace e dell’unità”.
Una unità che è davvero vissuta in Lettonia, incaricata quest’anno di comporre il sussidio di preghiera per la Settimana dell’Unità dei Cristiani. Ma quale è lo stato dell’ecumenismo oggi?