Cosa pensa del fatto che alcune cose iniziate da Papa Benedetto e ora sono state proseguite da Papa Francesco sembrano per molti come delle novità?
Dipende un po’ da come un persona che vede da fuori valuta un situazione. O vede la continuità, perché c’è continuità. O non vuole vedere la continuità. Perché molte cose sono diverse, almeno nello stile, nel fare. Ma lo stile è una cosa, il contenuto è un’altra cosa. E in questo io vedo certamente uno stile diverso, è totalmente normale. Ma riguardo ai punti importanti c’è una continuità che io da vicino vedo, e posso dire solo ciò che vedo e questo mi convince.
Lei ha parlato nella sua presentazione del “Munus Petrinum” come di qualcosa che Papa Benedetto ha rinnovato, ripresentato e riproposto profeticamente. Cioè?
Il Munus Petrinum per quanto riguarda l’aspetto della rinuncia. É una nuova istituzione quella del Papato emerito, il Papa emerito. Una tesi che risulta dalla lettura e dalla valutazione del libro di Roberto Regoli. Viviamo con due Papi, uno è il Papa regnante e l’altro è il Papa emerito. Alla fine del pontificato Benedetto XVI ha promesso di aiutare la Chiesa e una volta ha detto che la Chiesa non si governa soltanto con decisioni, ma si governa anche e anzitutto con la preghiera, con la sofferenza e con il sacrificio. É ciò che continua a fare da quando è diventato Papa emerito.
Lei vive la storia e la cronaca di due pontificati, e questo è un libro di storia. Pensa che sia sufficiente il tempo trascorso dalla fine del pontificato di Papa Benedetto per una lettura storica?
Il libro come io l’ho letto e valutato, è un approccio chiaramente audace, però un approccio di uno storico che cerca di aprire le fonti che sono accessibili e di valutare le fonti. Regoli ha avuto il coraggio di valutarle e di dire anche ciò che pensa. Certo ci sono stati altri prima di lui e ce ne saranno altri dopo. Quando saranno più accessibili altre fonti tutto il mosaico sarà più pieno e completo e comprensibile. Ma adesso ci sono alcuni pezzi di un mosaico che si può vedere in un modo e nell’altro.
Più teologia o più governo nella storia del pontificato di Benedetto XVI?
Il teologo è diventato Papa. É chiaro il teologo rimane teologo anche da Papa come da cardinale. Questa è la sua grande dote del Signore e questa dote l’ha esercitata e applicata anche da Papa. Per il governo ha certo avuto anche aiuto personale e spero che sia stato sufficiente per il governo degli otto anni del Pontificato.
Al termine del colloquio l’Arcivescovo ha detto anche che il Papa emerito sta bene e che presto lo vedremo in pubblico in occasione dei suoi 65anni di sacerdozio il 29 giugno. Non ha specificato altro, ma certo il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo ci sarà una messa solenne in San Pietro.
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