Città del Vaticano , giovedì, 19. maggio, 2016 16:18 (ACI Stampa).
"Per quanto riguarda l’eventuale riduzione del numero delle diocesi in Italia, la questione è all’esame delle Conferenze Episcopali regionali perché ogni singola regione ecclesiastica ha il compito di fare delle proposte mandandole alla Congregazione per i Vescovi. Ci sono tuttavia dei criteri che sono stati formulati da una Commissione episcopale i cui lavori sono iniziati negli anni addietro e si sono conclusi nel 2011. La Congregazione ci ha rimandato quei criteri per avanzare le proposte. Ci siamo dati un tempo, la fine di agosto, perché le singole Conferenze mandino alla Cei le proposte, che noi inoltreremo in Vaticano". Lo ha chiarito il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Angelo Bagnasco, nel corso della conferenza stampa conclusiva della 69/ma Assemblea Generale inaugurata lunedì dall’intervento del Papa.
“Il Papa - ha rivelato il Cardinale Presidente - ci ha molto confortati e incoraggiati: ci ha detto che la Chiesa italiana è una bella Chiesa. Abbiamo molto parlato del sacerdote, il Papa ci ha parlato dei suoi ricordi e ci ha raccontato alcuni episodi. Ci ha molto confortati e incoraggiati: ci ha detto che la Chiesa italiana è una bella Chiesa e che in Italia c’è un senso religioso ancora molto vivo, grazie alla presenza e alla vicinanza dei sacerdoti, dei parroci e di noi pastori”.
Il Presidente della CEI ha anche parlato della riforma dei tribunali ecclesiastici. Papa Francesco - ha ricordato il porporato - ha presentato “un motu proprio per la riforma dei tribunali ecclesiastici. Ne abbiamo parlato ribadendo alcuni principi della riforma: il ruolo naturale del vescovo rispetto alla giustizia, la vicinanza della Chiesa dei vescovi e dei pastori alla gente per ridurre le distanze fisiche. Alla luce di questi due principi il Papa ha individuato il processo breve in cui non è necessario un processo amministrativo ordinario, ma si procede in forma più rapida perché chiaramente la situazione sembra più immediata. Ci mancano però degli elementi che avremo nei prossimi mesi: il numero dei nuovi tribunali. Non quelli regionali o interdiocesani ma quelli diocesani perché ogni vescovo se vuole può fare il proprio tribunale ecclesiastico. Il secondo invece riguarda il costo effettivo delle singole cause. Mettendo assieme questo elementi definiremo meglio l’impegno della Cei verso le singole regione ecclesiastiche". E sui processi di nullità matrimoniale Bagnasco ha garantito che si sta “lavorando per poter garantire la maggiore gratuità possibile, secondo le necessità della situazione”.
Sul capitolo riguardante l’8x1000 il Cardinale ha rilevato che “le firme sono aumentate, mentre è calato il gettito Irpef su cui si calcola l’8x1000”. Nel comunicato finale sono precisate le assegnazioni delle cifre: per esigenze di culto e pastorale quasi 399 milioni, per interventi caritativi 270 milioni, per il sostentamento del clero 350 milioni. Il Cardinale ha anche invitato a “pubblicare i conti non solo sui bollettini parrocchiali ma anche sul web. La rete raggiunge una platea più ampia e, in un’ottica di chiarezza, è giusto che la gente conosca che fine abbia fatto la loro firma sull’8x1000”. Bagnasco ha inoltre smentito che vi siano Istituti diocesani per il sostentamento per il clero commissariati. “L’Istituto centrale per il sostentamento del clero – ha chiarito – ha già un rapporto con gli Istituti diocesani. Si tratta di un rapporto di servizio e gli Istituti diocesani molto spesso chiedono consulenza all’Istituto centrale”.
Infine non è mancato un riferimento alla legge sulle unioni civili, appena approvata dal Parlamento Italiano. "Sulle unioni civili non ho dato giudizi di valore o di merito. Ho semplicemente condiviso con i miei confratelli vescovi le voci che raccogliamo per strada, nelle case della gente, in mezzo alle persone semplici con cui noi vescovi siamo a contatto tutti i giorni. Non ho parlato di impegno fattivo o operativo, crescere sempre di più nell’impegno a favore delle famiglie, nella pastorale famigliare, questo sì". E su un possibile referendum abrogativo è netto: "le iniziative sono in mano ai laici doverosamente e sono portate avanti dai laici". Mentre sulla possibilità di obiezione di coscienza dei sindaci ha aggiunto: "non ne abbiamo assolutamente parlato, sapendo anche le parole dette in altro contesto dal Papa. Cerchiamo di dare voce, in tutti i campi, alla nostra gente su questioni che la gente ritiene gravi, avvertite come tali dal popolo: l’occupazione, la demografia, cioè la natalità estremamente bassa, e la crescente preoccupazione per la ludopatia".