Città del Vaticano , giovedì, 19. maggio, 2016 16:15 (ACI Stampa).
Il cardinale Bagnasco fa il punto e chiarisce alcune questioni su temi che interessano i fedeli. A cominciare dalla necessaria riforma dei tribunali ecclesiastici dopo la entrata in vigore della riforma sul procedimento canonico per le dichiarazioni di nullità dei matrimoni. Nel testo del comunicato finale dei lavori della 69 esima Assemblea Generale della CEI si parla di “impegno condiviso di attuazione nella prassi giudiziaria delle finalità della riforma – dalla centralità dell’ufficio del Vescovo all’accessibilità, alla celerità e alla giustizia dei processi – , coniugando la prossimità accogliente alle persone con l’esigenza di assicurare sempre un rigoroso accertamento della verità del vincolo” e di “garantire la valorizzazione dell’esperienza e della competenza degli operatori dei Tribunali”.
Per questo il Consiglio Permanente deve preparare una “bozza di revisione delle Norme che regolano il regime amministrativo e le questioni economiche dei Tribunali ecclesiastici. L’iter prevede la più ampia consultazione dell’Episcopato italiano, quindi un lavoro di esame, valutazione e integrazione da parte delle Conferenze Episcopali Regionali, per giungere infine all’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea Generale”. Insomma ci vorrà del tempo.
Ed è chiaro il perché come ha spiegato il cardinale presidente. I principi base della riforma sono, il ruolo naturale di giudice da parte di ogni vescovo, che non è una cosa nuova, dice Bagnasco e quella vicinanza che il Papa ha messo a fuoco della Chiesa e del vescovo e dei pastori e delle strutture del tribunale alla gente “cercando di eliminare anche le distanze fisiche”.
Bagnasco ha sottolineato che il processo brevior va direttamente al vescovo dopo l’istruttoria, in casi nel quali è evidente la situazione. C’è anche la questione economica cui il Papa tiene molto. “ La gratuità- ha ribadito Bagnasco- c’è sempre stataanche nella precedente legislazione, nei casi in cui ce ne fosse stato bisogno. Era stabilito che i 525 euro di spese potevano essere abbuonati ed è sempre stato, in Italia, garantito il gratuito patrocinio. Rimane la questione del pagamento di chi lavora nei tribunali: Il Santo Padre ricorda che chi lavora deve essere retribuito, e i lavoratori hanno il diritto alla loro mercede. La CEI e i vescovi, come prima ma anche in futuro, cercheranno di essere presenti per garantire il massimo della gratuità.
Altra questione quella del numero dei nuovi tribunali che ogni vescovo può istituire. Si lavora la momento sui dati per capire il costo effettivo delle singole cause del processo brevior da aggiungere a quello di ordinaria amministrazione. “Dobbiamo mettere insieme questi elementi - ha detto Bagnasco-per poter meglio definire come la CEI potrà aiutare le singole regioni ecclesiastiche per far fronte alla riforma”.