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“Christo’s box”:arte,cultura e misericordia. Il progetto del Papa per l’ospedale in Africa

Christo's Box |  | Foto Musei Vaticani - Governatorato SCV
Christo's Box | Foto Musei Vaticani - Governatorato SCV
Stanza della Segnatura, Scuola di Atene |  | Foto Musei Vaticani, Governatorato SCV
Stanza della Segnatura, Scuola di Atene | Foto Musei Vaticani, Governatorato SCV
Christo's Box |  | Foto Musei Vaticani, Governatorato SCV
Christo's Box | Foto Musei Vaticani, Governatorato SCV
Christo's Box, presentazione |  | Veronica Giacometti, ACI Stampa
Christo's Box, presentazione | Veronica Giacometti, ACI Stampa
Christo's Box, presentazione |  | Veronica Giacometti, ACI Stampa
Christo's Box, presentazione | Veronica Giacometti, ACI Stampa

Una nuova iniziativa benefica che unisce l’arte, la cultura, la misericordia e la solidarietà. Grandi nomi come quello dell’artista bulgaro Christo Vladimirov Javacheff e la maestosa bellezza dei Musei Vaticani. E poi la volontà di Papa Francesco e la solidarietà verso un paese povero come quello di Bangui, nel centro d’Africa. Si tratta di “Christo’s Box, between art and mercy, a gift for Bangui”, l’evento promosso dalla Segreteria per la Comunicazione dello Stato Vaticano, dai Musei Vaticani con il Centro Televisivo Vaticano e l’Officina della Comunicazione.

Le opere, di piccole formi e dimensioni, realizzate dal famoso artista ( sono più di 300 ) saranno vendute all’asta a Londra, Torino, Milano, Roma e l’intero ricavato sarà devoluto all’Ospedale pediatrico di Bangui, nella Repubblica del Centrafrica.

L’iniziativa prende vita dall’opera d’arte che Christo ha realizzato con “l’impacchettamento” di un cofanetto che contiene la serie in dvd, prodotta dal CTV e Officina della Comunicazione “Alla scoperta dei Musei Vaticani”. Quest’opera raffigura il volto di un giovane, dipinto cinquecento anni fa da Raffaello accanto ad Aristotele, nella celebre “Scuola di Atene”. L’artista ha scelto di concentrare la sua attenzione sugli occhi di una figura di un giovane, il cugino di Paolo II. Christo immortala lo sguardo di quel fanciullo, immobile e sospeso nell’eternità, rivelandone bellezza e profondità.

Dunque questi cofanetti saranno venduti in varie parti del mondo e le offerte permetteranno ai piccoli pazienti del Centrafrica di avere soprattutto le “strumentazione di ossigeno e di rianimazione”, come ha voluto ed espressamente dichiarato Papa Francesco durante la sua visita a Bangui per l’apertura della prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia.

 L’originale (l’opera “master”) verrà invece donata dall’autore al Vaticano e verrà custodita dalla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.

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“Christo impacchetta Raffaello – ha commentato Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani intervenuto alla presentazione – e lo fa per aiutare l’Ospedale Pediatrico di Bangui, nel cuore più disperato dell’Africa Nera: è un mirabile esempio di eterogenesi dei fini. Papa Giulio II, cinque secoli fa, chiamò Raffaello per esaltare la gloria sua e della sua Chiesa, facendogli dipingere le “Stanze Vaticane”. Un altro Papa, Francesco, oggi usa Christo e Raffaello per un gesto di misericordia verso i più poveri fra i poveri”.

Mons. Viganò, Prefetto per la Segreteria per la Comunicazione ha così commentato: “Quest’opera ha una duplice valenza. Innanzitutto rappresenta il segno concreto dell’interesse della Comunicazione della Santa Sede per la contemporaneità e il linguaggio che la contraddistingue. Christo è uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea mondiale; l’opera che donerà alla Segreteria sarà il segno concreto di questo sodalizio che vede protagonisti anche i Musei Vaticani”

“Il secondo aspetto – continua mons. Viganò – riguarda il legame tra arte, cultura e solidarietà. L’opera d’arte che diviene dono per l’umanità, ma anche occasione per realizzare una concreta opera di beneficenza. E’ stato Papa Francesco ad indicare a chi indirizzare la raccolta fondi: all’ospedale pediatrico di Bangui che il Papa ha visitato nel suo recente viaggio in Africa, in quel paese in cui il Pontefice ha deciso di aprire solennemente la porta della cattedrale, un’anteprima all’apertura dell’anno giubilare, una prima porta aperta alla Misericordia”.