Città del Vaticano , venerdì, 6. maggio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
La giornata di oggi per Papa Francesco è molto significativa. Per un Papa latinoamericano che ha scelto di non accettare onorificenze e premi, ricevere in Vaticano un premio come il Carlo Magno, per l’impegno europeo è davvero un evento. Ma del resto, come per molti altri gesti di Papa Francesco, anche questo è il risultato di un lungo cammino della Santa Sede e dei predecessori di Bergoglio.
All’ Europa Giovanni Paolo II ha dedicato bene due assemblee sinodali, e una esortazione apostolica, oltre moltissimi interventi come del resto anche Benedetto XVI che già da cardinale proprio all’ Europa dedicò libri, interviste e conferenze.
Ma torniamo al 1991, a fine novembre quando si apre il primo sinodo speciale per l’Europa. Il Muro è appena crollato e l’entusiasmo per una Europa non più separata dalla Cortina di ferro è alle stelle.
Ma Giovanni Paolo II guarda lontano. E alla fine del pranzo con tutti i padri sinodali che concludeva il Sinodo, come spesso faceva, prende la parola. Tra politica ed ecumenismo il Papa racconta che durante il Sinodo ha incontrato alcuni personaggi politici. “Una di queste persone- dice- veniva dall’Europa occidentale e abbiamo parlato della situazione tragica che è quella dei territori di Croazia, Slovenia, Jugoslavia. Ma poi lui ha detto: io penso che la caduta del Muro di Berlino, sì, ha introdotto la liberazione di tanti popoli. Ma dall’altra parte quelli che si trovavano alla destra, o alla sinistra, dipende dal punto di partenza, di questo muro, per parte occidentale, forse hanno perso qualche cosa. Perché dietro questo muro dalla loro parte si sentivano molto più comodi. Era una situazione comoda. E adesso vengono sfidati, perché si deve cominciare a pensare con le categorie di tutta l’Europa”. Ed aggiungeva: “ho pensato subito che si doveva ripeterlo in un momento opportuno ai membri del sinodo, perché è una constatazione molto importante per tutti noi, per tutti gli europei, per tutti gli occidentali, soprattutto per tutti gli europei. E naturalmente per tutti i cristiani.
Ho incontrato anche un altro grande personaggio della politica internazionale e veniva dal così detto Terzo Mondo. Abbiamo parlato molto cordialmente di diverse cose e alla fine ha detto: sì, in questa situazione l’Europa, voi che vi interessate dell’Europa, non dovete dimenticare che non c’è solamente la contrapposizione o la relazione Ovest Est, ma c’è anche Nord Sud. E che questa è più importante. Io lo ripeterò sempre in ogni circostanza possibile. La prima visita che ho fatto dopo la caduta del Muro, Grazie a Dio la Provvidenza ha fatto così, era in Africa. Dove tutti mi chiedevano: adesso con questa nuova situazione in Europa, noi saremo abbandonati?Ho cercato di rassicurarli che non sarà così, ma il problema continua ad esserci”.