Città del Vaticano , martedì, 3. maggio, 2016 17:15 (ACI Stampa).
Il verde della terra, il blu del mare, l’oro delle decorazioni e sullo sfondo il blu del cielo e il verde dei pini di Roma, e l’oro rosato dei tramonti. La Galleria delle Carte Geografiche, oggi parte dei Musei Vaticani, é uno dei gioielli del tardo rinascimento che grazie ai Pontefici oggi sono la testimonianza di un mondo che forgiato la storia, la cultura, la scienza.
I mille e duecento metri quadri di affresco voluti da Papa Gregorio XIII Boncompagni salito al soglio di Pietro nel 1572, non sono una bizzarria alla moda, piuttosto sono un modo per il Papa di
“pregare nel giardino della Chiesa che è l’Italia”. Tant’è che il Papa volle un cartografo di fama a creare quelle carte: Ignazio Danti.
Cinque anni per affrescare i 120 metri di lunghezza della galleria e quattro anni per ripulire, restaurare e studiare questo capolavoro non solo artistico, ma cartografico.
I restauri sono stati realizzati grazie ai Patrons californiani dei Musei Vaticani. Una squadra di 20 restauratori guidati da Francesco Prantera e supportati da Ulderico Santamaria che da anni lavora sulla possibilità di usare un’alga giapponese per il restauro di grandi spazi.