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Müller, l'ultimo articolo del teologo Ratzinger potrebbe non essere stato ancora scritto

Marc e Sabine Larivé, editori di Parole et Silence da Benedetto XVI. |  | Fondazione Ratzinger Marc e Sabine Larivé, editori di Parole et Silence da Benedetto XVI. | | Fondazione Ratzinger

“Una impresa molto ambiziosa, perché il primo articolo del teologo Ratzinger è di più di mezzo secolo fa e l’ultimo ...potrebbe non essere ancora stato scritto!”.

Così il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha presentato ai seminaristi francesi a Roma l’ Opera Omnia di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI.

Il primo volume tradotto in francese è quello che raccoglie i tre scritti su Gesù, il sesto nell’ordine del progetto complessivo. Ad editarlo a fine 2014 è la casa editrice Parole et Silence che si occupa anche di tutta l’Opera

Marc e Sabine Larivé, editori di Parole et Silence, nei giorni scorsi sono stati ricevuti da con Benedetto XVI proprio in occasione della presentazione romana del volume.

Ma la guida che cura tutte le edizioni è appunto il cardinale Müller che ha proposto una riflessione sul tema centrale del “ Gesù di Nazaret”.

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“ Il cristianesimo non è una religione del libro, - ha spiegato il cardinale- La fede cristiana è un incontro con una persona”.

Per questo il volume non un libro su Gesù. Ma piuttosto un modo di occuparsi di Lui stesso e, attraverso di lui, del nostro rapporto con Dio.

“ Così Papa Benedetto ha scritto questo libro perché gli uomini possano di nuovo tornare a Gesù, in un’epoca di dubbi crescenti, d’incertezza sul modo di trasmettere la fede in una Europa profondamente agitato sul tema della propria identità cristiana, senza valori e scopi, senza orine nè avvenire, in una situazione di crisi generale dell’umanità tutta intera. Perché solo il ricorso al Dio-Uomo ci può salvare, non il radicamento in un ideologia, in una costruzione mentale di matrice umana, una “pace sovietica” o “americana” o “cinese”, o un modello di società puramente economica o scientifica”.

L’uomo è un essere in relazione, spiega il Prefetto, “la fede è il rapporto dell’uomo con Gesù e, attraverso di lui, con Dio e in questo è allo stesso modo comunione di vita con Dio  e comunione di vita con tutti quelli che gli appartengono nella Chiesa, in comunione di fede, di speranza e d’amore”.

Ed è proprio nell’amore che si incontra Gesù. E Gesù non è semplicemente “esempio” , è “dono”: “ Si dona a me come presenza divina nel mio cuore, nella mia esperienza esistenziale e nella intera storia dell’umanità”.

Ma in modo diverso da come l’uomo pensa di presentarlo. “ Il Salvatore e Redentore non farà la sua comparsa nelle pagine dei supplementi culturali dei quotidiani, nel semplice consumismo con tutta la loro superficialità. Tutti i tentativi di auto-redenzione gratuita dell’uomo hanno oscillato tra un abisso di crimine e violenza e una noia mortale. Il rifiuto di Dio che agisce nella storia e offre oggi agli uomini la sua rivelazione, conduce inevitabilmente alla disperazione di dover vivere non liberato”.

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E contro il “ Golia del relativismo”  “il linguaggio e le argomentazioni di Benedetto XVI prendono un tono semplice e umile come quelli di Paolo. Non si tratta di mostrarsi con discorsi brillanti né di abbandonarsi al piacere intellettuale della riflessione e della retorica, ma di diffondere l’annuncio  di Dio e del suo Regno: Gesù Cristo crocifisso e risorto”.

Per queso il libro è un vero annuncio evangelico come lo è la affermazione di San Pietro, la professione di fede.

Gli scritti del teologo Ratzinger, ha detto il cardinale, “collegano le nozioni scientifiche della teologia all’immagine di una fede vivente e vissuta”.