Città del Vaticano , domenica, 24. aprile, 2016 11:06 (ACI Stampa).
“L’amore è la carta d’identità del cristiano, è l’unico documento valido per essere riconosciuti discepoli di Gesù. Se questo documento scade e non si rinnova continuamente, non siamo più testimoni del Maestro”. Lo ha detto Papa Francesco ai ragazzi che in piazza San Pietro hanno celebrato - con la Messa presieduta dal Pontefice - il loro Giubileo.
Francesco incentra l’omelia sul tema dell’amicizia con Gesù, un tema caro al suo predecessore Benedetto XVI. “Il vero amico di Gesù - ha spiegato Papa Bergoglio - si distingue essenzialmente per l’amore concreto, non quello delle nuvole, che risplende nella sua vita. Quello non è concreto, è una telenovela!Cerchiamo allora di metterci alla sua scuola, che è una scuola di vita per imparare ad amare, è un lavoro di tutti i giorni”.
“Amare è bello - ha spronato Francesco - è la via per essere felici. Però non è facile, è impegnativo, costa fatica. Pensiamo al dono che i vostri genitori e animatori vi hanno fatto, permettendovi di venire a Roma per questo Giubileo dedicato a voi. Hanno progettato, organizzato, preparato tutto per voi, e questo dava loro gioia, anche se magari rinunciavano a un viaggio per loro. Amare infatti vuol dire donare, non solo qualcosa di materiale, ma qualcosa di sé stessi: il proprio tempo, la propria amicizia, le proprie capacità”.
Dobbiamo sempre - ha detto ancora il Papa - guardare al Signore “invincibile in generosità. Riceviamo da Lui tanti doni, e ogni giorno dovremmo ringraziarlo”. Ma lo ringraziamo quotidianamente? “Anche se noi ci dimentichiamo, Lui non si scorda di farci ogni giorno un dono speciale. Non è un regalo da tenere materialmente tra le mani e da usare, ma un dono più grande, per la vita. Ci dona la sua amicizia fedele, che non ci toglierà mai. Anche se tu lo deludi e ti allontani da Lui, Gesù continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso”.
“La minaccia principale, che impedisce di crescere bene - ha ammonito Francesco - è quando a nessuno importa di te, quando senti che vieni lasciato in disparte. Il Signore invece è sempre con te ed è contento di stare con te. Come fece con i suoi giovani discepoli, ti guarda negli occhi e ti chiama a seguirlo, a prendere il largo e a gettare le reti fidandosi della sua parola, cioè a mettere in gioco i tuoi talenti nella vita, insieme con Lui, senza paura. Gesù ti aspetta pazientemente, attende una risposta, attende il tuo sì”.