Città del Vaticano , lunedì, 20. aprile, 2015 15:12 (ACI Stampa).
Buddisti e cristiani devono essere uniti “per contrastare la schiavitù moderna”. E’ la richiesta che emerge dal messaggio inviato dal cardinale Jean Louis Touran ai buddisti in occasione del Vesakh, la festività in cui si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha.
“Condividiamo la convinzione che la schiavitù moderna e il traffico di esseri umani sono crimini gravi, ferite aperte sul corpo della società contemporanea”, si legge nel messaggio del Pontificio Consiglio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso. “Come buddisti e cristiani, solleciti nel rispettare la vita umana – continua il testo -, dobbiamo collaborare insieme perché si ponga fine a questa piaga”.
Anche “Papa Francesco ci invita a superare l’indifferenza e l'ignoranza e ad assicurare ‘soccorso alle vittime, la loro riabilitazione sotto il profilo psicologico e formativo e la loro reintegrazione nella società di destinazione o di origine’”, come ha scritto nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2015.
Egli stesso, recita il messaggio augurale di Touran, “fornisce esempi di schiavitù dei nostri giorni: uomini, donne e bambini lavoratori; migranti che subiscono abusi fisici, emotivi e sessuali e sono soggetti a condizioni di lavoro vergognose; persone, molte delle quali minorenni, costrette alla prostituzione e alla schiavitù sessuale, maschile e femminile; persone sequestrate dai terroristi e costrette a combattere, per non parlare di quelli che sono torturati, mutilati o uccisi. Secondo il Santo Padre, la causa di questi terribili mali contro l'umanità sono i cuori umani deformati dalla corruzione e dall'ignoranza”.
Sentimenti analoghi sono espressi in vari testi buddisti, ecco perché, conclude Touran,“preghiamo affinché la vostra celebrazione del Vesakh, che comprende anche un particolare sforzo per portare felicità a chi è meno fortunato in mezzo a noi, possa essere un momento di approfondimento sulle modalità di collaborazione tra noi affinché non ci siano più schiavi, ma fratelli e sorelle che vivono in fraternità, bontà e compassione per tutti”.