New York City, New York , mercoledì, 20. aprile, 2016 9:00 (ACI Stampa).
“La mendacità e la blasfemia dei gruppi terroristi che rivendicano di uccidere e opprimere in nome della religione deve essere apertamente denunciato nei modi più forti possibili.” L’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite.
L’arcivescovo Auza ha parlato lo scorso 14 aprile al Dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza sulle “Minacce alla pace internazionale e alla sicurezza da parte di atti terroristici”. La condanna del terrorismo in nome di Dio va insieme ad un appello all’azione per i leader religiosi.
“I leader religiosi, in particolare, hanno una grande responsabilità per condannare quanti appartengono alla stessa fede che cercano di strumentalizzare la loro religione come una giustificazione per la violenza. A nessuno, appartenente a qualunque religione e cultura, deve mai essere consentito di compiere atti di violenza e oppressione nel nome di qualunque religione o cultura o sotto qualunque tipo di pretesto”, ha detto l’arcivescovo Auza.
L’Osservatore Permanente parla di “un de-umanizzante impatto del terrorismo, alimentato dall’estremismo violento”, perché “in alcune regioni, il crescente uso di terrore ci ricorda che questa sfida richiede un impegno condiviso di tutte le nazioni e i popoli di buona volontà”.
Il nunzio tratta i problemi di un “estremismo violento” che non “conosce confini”, come dimostrano i recente attentati a Beirut, Parigi, Bruxelles, Aden, ma anche a Mosca, Barcellona, Londra e New York, nonché quello che accede in “intere regioni di Siria, Iraq, Nigeria, Kenya e Somalia”.