Lesbo , sabato, 16. aprile, 2016 13:25 (ACI Stampa).
“Dio non è indifferente, non è distante” di fronte “alle tragedie che feriscono l’umanità. Papa Francesco si rivolge alla cittadinanza di Lesbo, plaude al suo impegno nell’accoglienza. Ma lancia anche un appello fortissimo alla comunità internazionale: stop alla proliferazione e al traffico delle armi, sì a politiche di ampio respiro, che mettano al primo posto le vite umane. Lo fa dal porto, alla memoria per le vittime delle migrazioni. E, per "destare dall'indifferenza" (come recita lui stesso nella preghiera finale) sembra che il Papa porterà con sé un piccolo gruppo di profughi nell'aereo papale.
Per Papa Francesco, è quasi il termine della breve giornata a Lesbo passata insieme al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e all’arcivescovo Ieronymos II, che guida la Chiesa ortodossa di Atene e di tutta la Grecia. Sempre insieme, i tre leader cristiani hanno assaggiato solo un pezzo – anche se tra i più drammatici – della crisi dei rifugiati che colpisce la Grecia. Secondo i dati della Caritas aggiornati allo scorso 5 aprile, nei primi mesi del 2016 sono arrivati in Grecia circa 151.104 rifugiati/migranti, che si sono aggiunti agli 850 mila arrivati nel 2015. Molti hanno parenti all’estero, erano arrivati in Grecia solo di passaggio. Dopo l’accordo UE-Turchia del 17 marzo , sono destinati ad essere respinti, perché gli hotspots sulle isole greche sono stati trasformati in appositi centri di detenzione.
Arrivato nell’area del porto, Papa Francesco si rivolge alla popolazione. Esprime “la sua ammirazione per il popolo greco”, che “nonostante le gravi difficoltà” ha “saputo tenere i cuori aperti e aperte le porte”. E assicura loro che “Dio saprà ricompensare questa generosità”.
Il Papa fa un “appello alla responsabilità e alla solidarietà di fronte ad una situazione tanto drammatica”, perché molti profughi “vivono in un condizioni critiche, in un clima di ansia e di paura, a volte di disperazione per i disagi materiali e per l’incertezza del futuro”.
Concede, Papa Francesco, che le preoccupazioni delle autorità “sono comprensibili e legittime”, ma chiede anche di ricordare che “i migranti, prima di essere numeri, sono persone, sono volti, nome storie”. Secondo Papa Francesco, tutti dovrebbero sperimentare “i diritti umani”, di cui l’Europa è culla, quando approdano nel continente. Eppure “alcuni non sono nemmeno riusciti ad arrivare” perché “hanno perso la vita in mare, di viaggi disumani e sottoposti alle angherie di vili aguzzini”.