Lesbo , sabato, 16. aprile, 2016 12:30 (ACI Stampa).
"We want freedom", vogliamo la libertà. E' scritto sui cartelloni, e i rifugiati lo gridano a gran voce durante la visita di Papa Francesco al Moria refugee camp. Il campo ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo che sbarcano nell'isola greca di Lesbo in cerca di una nuova vita, lontana dalla guerra e dalle sofferenze più crudeli.
Papa Francesco, lasciato l'aeroporto, si è diretto subito al Campo Profughi, dove, insieme all'Arcivescovo ortodosso Ieronymos e il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, ha fanno visita a 150 minorenni del centro e alla grande tenda dove c'era una rappresentanza di 250 richiedenti asilo.
E' un clima non proprio di festa quello che accoglie Papa Francesco. Anzi. Come ha detto il Papa: "E' un viaggio segnato dalla tristezza". Sono tante infatti le lacrime, le richieste di aiuto, le preghiere disperate.
"Ditemi quello che posso fare e cercherò di farlo", dice il Papa ai profughi che chiedono in tutti i modi di essere sollevati da questa situazione.
Ogni profugo prova a raccontare a Papa Francesco la sua storia. Alcune davvero disperate. "Mia figlia ha solo 3 anni e ha un cancro alla pelle, vorremmo portarla da un medico e curarla, perchè la situazione qui è davvero grave", racconta una mamma.