Faenza , sabato, 9. aprile, 2016 16:00 (ACI Stampa).
Il passaggio da una democrazia a bassa intensità ad una democrazia ad alta intensità. La necessità di un impegno sociale. La consapevolezza di vivere in un mondo in cui l’esercizio della libertà è reso ancora più difficile dalla presenza delle “multinazionali della morte”. Sono tre pillole che provengono dal convegno “Per la libertà… insieme”, organizzato dall’1 al 3 aprile nella diocesi di Faenza dal vescovo Mario Toso, già Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Esperto di dottrina sociale e studioso dei temi della democrazia, il vescovo Toso ha dato il tono del dibattito con una introduzione tutta basata sul tema della democrazia. L’amara constatazione è che viviamo ormai in una democrazia a bassa intensità. Ma l’obiettivo è quello di trasformarla in una democrazia ad alta intensità, con maggiore partecipazione politica, maggiore consapevolezza, maggiore presenza delle persone. È questo il senso della convocazione, spiega il vescovo Toso. “Non si tratta – dice - di «riappropriarsi» della democrazia, così come oggi si presenta, ossia in preda a una crisi caratterizzata, un po’ ovunque, da populismi, oligarchismi e paternalismi. Si tratta, invece, di recuperare il suo progetto originario, maturato nel tempo, attraverso riforme profonde dell’istituzione statale e delle sue regole procedurali”.
La democrazia a bassa intensità è la democrazia che ha in qualche modo abbandonato la sua presa sulla società. Una democrazia dominata dal mercato, dalla finanza che ormai va oltre gli Stati e decide in pratica dei destini delle nazioni. Da tempo, i testi di Dottrina Sociale della Chiesa sottolineano l’importanza della democrazia, ma soprattutto di abitare la democrazia. La grande città di Dio può essere costruita solo a partire da una presenza costante nei gangli della società.
È stato il senso del lavoro del vescovo Toso a Giustizia e Pace, con i documenti e le proposte – come quella per una “Riforma del Sistema Finanziario” e la ripresa dell’idea di una “autorità mondiale con competenze universali” – che hanno caratterizzato il dibattito sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Con Papa Francesco, il suo orgoglio nazionale e il suo principio democratico (che il vescovo Toso ha analizzato introducendo il volume ‘Noi come cittadini, noi come popolo’), questo lavoro continua ad avere la sua centralità.
Se nella democrazia a bassa intensità ci sono alti tassi di povertà, un deficit di politica, una crescente separazione tra vita e società civile, la transizione verso la politica ad alta intensità deve fare i conti con una crescente mediatizzazione che porta anche le forze in campo a giocare sugli eccessi. Eppure, la democrazia ad alta intensità sembra essere l’unico obiettivo possibile per quanti davvero vogliono mettere in pratica la Dottrina Sociale della Chiesa. Perché il suo primo punto è quello di creare una società davvero inclusiva.