Città del Vaticano , lunedì, 20. aprile, 2015 8:30 (ACI Stampa).
“Le persone volevano, sì, vedere Benedetto XVI, ma lo volevano soprattutto ascoltare”. É questa la chiave del volume che la Libreria Editrice Vaticana in italiano ha edito per l’Istituto Papa Benedetto XVI di Ratisbona in collaborazione con la editrice Schnell & Steiner. E a dirlo è il segretario personale del Papa emerito, l’arcivescovo Georg Gänswein Prefetto della Casa Pontificia. Un libro che nasce per i dieci anni della elezione di Joseph Ratzinger al Soglio di Pietro. Si la chiave del pontificato del teologo tedesco contemporaneo più significativo è l’ascolto, la parola, il ragionamento cristallino e chiaro, le ampie vedute e la vastità degli argomenti trattati.
Il pensiero di Joseph Ratzinger non può essere rappresentato da una sola voce. Per questo il libro “Benedetto XVI servo di Dio e degli uomini” , che viene presentato oggi in vaticano, è un libro corale. Fatto non solo di voci di chi con lui ha lavorato e ancora lavora, come il cardinale Gerhard Müller che si occupa della edizione della Opera Omnia e che nel 2008 ha fondato l’ Istituto Papa Benedetto XVI. O come padre Stephan Otto Horn, anima dello Schulerkreis che nel libro si occupa delle catechesi incentrate sui Padri della Chiesa che Benedetto XVI ha proposto nelle catechesi del mercoledì. L’interpretazione teologica del Papa emerito si basa anche su una conoscenza approfondita degli scritti e della storia della Chiesa e del mondo. Le catechesi erano un invito ad avvicinarsi allo studio dei Padri e a riscoprirne l’importanza. Benedetto ha sviluppato il proprio pensiero dai Padri. Così come fondamentale è l’amore per la liturgia che lo accompagna ancora oggi nella sua vita quotidiana, frutto dell’interesse per il rinnovamento liturgico nato da teologi come Romano Guardini. E di questo scrive il vescovo Voderholzer.
Ma le voci sono tante. Anche se non tutte conosciute al grande pubblico (una piccola pecca non ci sono riferimenti biografici degli autori).A cominciare da quella di George Weigel, biografo di Giovanni Paolo II, che del legame tra San Giovanni Paolo II e il teologo del suo pontificato scrive definendo il rapporto tra i due “una collaborazione intellettuale straordinaria”. E c’è anche un ampio capitolo dedicato al rapporto tra Benedetto e Francesco. Lo scrive il curatore dell’intero volume dimostrando la grande stima di Papa Bergoglio per la sobrietà e la umiltà del suo predecessore.
Tra i cardinali che affrontano i diversi temi del pontificato, Kurt Koch illustra la conciliarità di Papa Benedetto, mentre Paul-Josef Cordes ha messo al centro il tema dei movimenti e le nuove realtà spirituali, e il cardinale Joachim Meisner mette in luce come le tre virtù teologali siano concretezza nel pensiero di Benedetto XVI: fede, speranza e carità.
Così come la fede del milioni di giovani che a Colonia alla GMG hanno adorato in silenzio il Sacramento sull’ altare invece di farsi stordire da canti e danze. Anche della “generazione Benedetto” si parla nel libro. Come si parla di ecumenismo grazie a Wolfgang Thönissen che traccia il profilo di un ecumenismo che potrà portare davvero all’unità solo se l’orientamento è dettato da Cristo.