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La "statio" di San Pancrazio sulla via Aurelia

La preghiera di Sua Eminenza Danili della Chiesa ortodossa georgiana a San Panacrazio |  | FB
La preghiera di Sua Eminenza Danili della Chiesa ortodossa georgiana a San Panacrazio | FB
L'interno della basilica  |  | FB
L'interno della basilica | FB

Il pellegrinaggio stazionale si conclude con la domenica in albis che chiude la ottava di Pasqua. I battezzato nelle notte di Pasqua deponevano le vesti bianche battesimali e iniziavano la vita da cristiani. Nella Basilica martiriale di san Pancrazio sulla via Aurelia si rinnovavano le promesse battesimali. Il giovane martire era già considerato "difensore" dei giuramenti e delle promesse. Questa chiesa è posta sul Gianicolo ed è dedicata all'invitto martire Pancrazio.

Nel cuore di Monteverde a Roma, poco fuori la porta Aurelia, la basilica martiriale paleocristiana, San Pancrazio è inserita in una vasta area funeraria all’aperto e insistente sulle gallerie di una interessante catacomba.

La basilica fu costruita per volere di papa Simmaco (498-514) sul luogo di sepoltura del famoso martire giovinetto, venerato come vendicatore e custode dei giuramenti.

Qui partecipa alla solenne cerimonia odierna la Pontificia Accademia Cultorum Martyrum che si unisce ai vari collegi ecclesiastici dell'Urbe e alle diverse associazioni giovanili dell'Azione Cattolica nell'ultima processione stazionale nella quale, in luogo delle invocazioni penitenziali, risuona festoso l'Alleluia cristiano per significare la festa del Signore.

La cerimonia odierna è ricordata già ai suoi tempi da San Gregorio di Tours, che racconta come i cittadini di Roma potevano accedere alla tomba del Martire Pancrazio qui nella sua basilica sul Gianicolo.

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La basilica fu costruita per volere di papa Simmaco (498-514) sul luogo di sepoltura del famoso martire giovinetto, venerato come vendicatore e custode dei giuramenti.

Il quattordicenne Pancrazio, rimasto orfano, era giunto a Roma dalla Frigia, insieme allo zio Dioniso. Entrambi si erano convertiti ben presto al cristianesimo e furono martiri della persecuzione di Diocleziano.

Lo stretto legame con l’oriente è vivo ancora oggi nella parrocchia. Ogni anno dalla Georgia arriva una visita a nome della Famiglia Reale della Georgia nella persona di Sua Eminenza Danili per pregare sulla tomba di San Pancrazio implorando la prosperità per il loro paese.

In età barocca la basilica paleocristiana di San Pancrazio fu oggetto di restauri imponenti e di grandi opere di abbellimento. Nel 1662 la basilica venne affidata alla gestione dei Carmelitani scalzi, che ancora oggi la curano. Nel 1849, la basilica si trovò a far parte della prima linea del fronte tra i francesi del generale Oudinot, intervenuti in soccorso del pontefice Pio IX e i garibaldini, accorsi a difendere la Repubblica Romana. I danni all’antica struttura furono notevoli, alla distruzione e ai saccheggi si aggiunse la profanazione delle reliquie del martire, conservate in un’urna di porfido e peperino: le ossa vennero irrimediabilmente disperse, infatti oggi nella chiesa ci sono reliquie di S. Pancrazio, ma provenienti dal Laterano.

Un grave crollo del tetto della basilica avvenne qualche anno fa, oggi la chiesa è totalmente restaurata e ridonata alla ricca vita parrocchiale.