Città del Vaticano , sabato, 2. aprile, 2016 12:16 (ACI Stampa).
“Molte volte la fatica quotidiana, la delusione, lo smarrimento, la solitudine, l’ansia per il futuro possono avere il sopravvento sulla speranza, che sempre dovrebbe animare le famiglie, gli operatori sanitari e le associazioni scientifiche e di ricerca, le istituzioni scolastiche, i volontari e tutti coloro che, a diverso titolo e in modo sinergico, sono a fianco delle persone con disturbi dello spettro autistico”.
Da queste considerazioni parte il messaggio che l’arcivescovo Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari pubblicato oggi in occasione della nona Giornata mondiale per la Consapevolezza e la Sensibilizzazione sull’Autismo. “Artefici e testimoni di speranza”, questo il tema della riflessione che mette al centro l’insegnamento di Papa Francesco sulla speranza cristiana. La speranza dice il Papa, “Non è semplicemente un desiderio, un auspicio, non è ottimismo: per un cristiano, la speranza è attesa, attesa fervente, appassionata del compimento ultimo e definitivo di un mistero, il mistero dell’amore di Dio, nel quale siamo rinati e già viviamo”.
L’invito è ad uscire dal ripiegamento e dalla vergogna proprio perché la speranza cristiana “si radica nell’oggi di Dio, il quale non può che amare ed instancabilmente ci cerca. Dio, infatti, è bontà e benevolenza senza limiti, si prende cura dei suoi figli e non abbandonerà mai quelli che ha chiamati ad entrare nella sua comunione, qualunque siano le difficoltà”.
Con questo sguardo “la sensibilizzazione in ordine ad un disturbo neurologico e comportamentale, che fino a poco tempo fa poteva essere considerato uno stigma sociale, fortunatamente sta acquisendo sempre più considerazione nel campo della diagnosi e della ricerca, così come in quelli dell’assistenza, dell’inserimento scolastico e lavorativo, nonché nell’accompagnamento della crescita spirituale”.
Due anni fa il Pontificio consiglio aveva dedicato la Conferenza Internazionale proprio a questo tema anche per ricordare che serve “l’impegno di tutti per favorire l’accoglienza, l’incontro, la solidarietà, in una concreta opera di sostegno e di rinnovata promozione della speranza, tenendo conto soprattutto del fatto che l’autismo si protrae per tutta la vita”.