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Colosseo: tra i fedeli sulla Via della Croce

Fedeli alla Via Crucis del Colosseo |  | Aci Group
Fedeli alla Via Crucis del Colosseo | Aci Group
Via Crucis al Colosseo |  | VG ACI stampa
Via Crucis al Colosseo | VG ACI stampa
Fedeli alla Via Crucis del Colosseo |  | Melania Forgione
Fedeli alla Via Crucis del Colosseo | Melania Forgione
Fedeli alla Via Crucis del Colosseo |  | VG ACI Stampa
Fedeli alla Via Crucis del Colosseo | VG ACI Stampa

In uno tra gli scenari più suggestivi ed unici che solo Roma può offrire, Papa Francesco ha presieduto la Via Crucis del Venerdì Santo, la quarta del suo Pontificato.

Tra le rovine della città antica, i pini, il meraviglioso colle del Palatino e migliaia di candele accese, i fedeli hanno partecipato ad un vero e proprio spettacolo. Il Colosseo, un luogo evocativo e prestigioso che ospita ormai da anni questo momento importantissimo nella vita cristiana di ogni fedele: il mistero della Morte e della Resurrezione di Gesù.

La serata all’Anfiteatro Flavio è fredda, tira vento, ma è limpida. Venerdì Santo, dove tutto ricorda che Gesù sta morendo su quella croce, per noi.

Il clima però è completamente diverso da quello degli scorsi anni. Non è certamente dei più sereni. Si avverte molto il timore per questi attentati in Europa, dopo gli attacchi a Bruxelles: metal detector, controlli, polizia, vigili del fuoco, artificieri ovunque.

Ma la voglia di pregare e vivere questo momento con Papa Francesco è più prorompente.

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“Vengo da Fiano Romano – commenta una fedele presente alla Via Crucis – mi sono chiesta più volte se essere presente o meno a questo evento, credo sia normale avere paura in questi giorni, ma poi la voglia di vivere la Via Crucis con il Papa e pregare insieme sono stati più forti di tutto”.

Questo clima di tensione e soprattutto gli imponenti mezzi di sicurezza hanno creato non pochi problemi a chi avrebbe voluto semplicemente assistere alla Via Crucis come tutti gli anni. File lunghissime per i metal detector, moltissimi i varchi chiusi. Sono tanti i fedeli che non hanno potuto partecipare normalmente al Venerdì Santo con il Papa.

“Sono un po’ delusa – commenta una turista, venuta dalla Toscana proprio per questo evento e per la Pasqua – credevo si potesse accedere facilmente, in fondo è un evento per pregare e vivere un momento speciale con la comunità religiosa e con il Papa, ma a quanto pare per la fila lunghissima dei controlli sono costretta a rinunciare e ad andarmene”.

Dunque un Venerdì Santo con la paura. Ma è proprio il tema delle meditazioni voluto da Papa Francesco che ha ridonato subito la speranza: “Dio è misericordia”.

I testi delle meditazioni della Via Crucis sono stati composti dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia: di fronte alle paure dell’uomo, al dolore, alle persecuzioni e alla violenza, la misericordia è il canale della grazia che da Dio giunge a tutti.

“Mi ha colpito moltissimo il tema di quest’anno scelto da Papa Francesco – dice un giovane incontrato nella lunga fila per entrare - c’è chi ha paura di perdere le proprie sicurezze e chi teme il diverso, lo straniero, il migrante e non vi scorge il volto Cristo e del fratello, pregherò per abbattere questo grande muro, anche se “l’allarme terrorismo” di questa serata sembra suggerirci il contrario”.

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Delle 14 Stazioni della Via Crucis, che ripercorrono il calvario e le sofferenze di Nostro Signore (una rilettura che la compongono alla luce dei drammi e dei dolori d’oggi), alcune sono state affidate alle famiglie di Roma, altre a vari gruppi provenienti dal Centrafrica, dalla Siria, dalla Cina, dalla Russia, dal Paraguay, dalla Bosnia.

Ma una in particolare ha colpito l’attenzione di tutti: quella affidata ad un ragazzo disabile dell’UNITALSI di Roma. Francesco Rocco Arena, laureato in scienze politiche a Buenos Aires, laurea in teologia alla Gregoriana di Roma, critico d’arte; in carrozzina ha portato la croce accompagnato da due volontari.

I fedeli di questa Via Crucis, nell’anno del Giubileo della Misericordia, hanno avuto modo di pregare e riflettere sugli “esempi concreti” dei drammi del nostro tempo. Sono stati proposti nelle stazioni: i “nuovi martiri” che continuano a essere uccisi in ogni angolo del mondo solo perché cristiani. Ma soprattutto un pensiero alla “passione” dei migranti e dei rifugiati che dopo essere fuggiti dalla guerra trovano la morte nella fuga disperata verso la libertà, ai bambini vittime delle violenze, alla grave calamità del terrorismo.

La folla, che ha gremito soprattutto la parte verso il colle Palatino, ha lasciato in silenzio la Via Crucis, tra sentimenti di coraggio, di fede, di riflessione, perchè no anche di amarezza. Aspettando la Pasqua, il passaggio dalla morte alla vita.