Carpi , giovedì, 24. marzo, 2016 13:00 (ACI Stampa).
“In molte società dire semplicemente: io sono cristiano è un pericolo per la vita. Secondo stime affidabili, sono circa 200 milioni i cristiani che in 60 Paesi del mondo subiscono limitazioni all’esercizio della propria fede.Il Papa - e di questo non si dice nulla - ha invitato tutti i cristiani ad alzare la propria voce per chiedere la fine del genocidio”. E’ quanto denuncia il Vescovo di Carpi, Monsignor Francesco Cavina, che dal primo al 4 aprile prossimi si recherà in visita ad Erbil, nel Kurdistan iracheno.
“La fine del genocidio - prosegue il presule - deve iniziare con la fine del silenzio”. La visita ad Erbil vuole essere “un atto di solidarietà con quanti oggi stanno soffrendo per la fede cristiana”.
“Il martirio - ricorda Mons. Cavina - fa parte della vita della Chiesa, tuttavia questo non significa che debba avvenire senza conseguenze e che passi inosservato. L’ingiustizia, qualunque volto assuma, deve essere sempre denunciata con forza. Ogni ingiustizia deve spingerci a pronunciarci contro di essa e in favore della giustizia”.
La visita ad Erbil è organizzata insieme ad Aiuto alla Chiesa che soffre.