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La Settimana Santa: le celebrazioni e i simboli.

Una settimana da vivere nella preghiera

Immagine di repertorio | Immagine di repertorio | Credit Pont. Facoltà Teologica San Bonaventura Immagine di repertorio | Immagine di repertorio | Credit Pont. Facoltà Teologica San Bonaventura

Inziata ufficialmente la Settimana Santa, fulcro dell'anno liturgico. Non è un caso, infatti, che la Settimana Santa viene detta anche “Settimana maggiore” (in latino, “Hebdomada maior”). Una Settimana che vede ripercorrere la Passione di Cristo: dalla celebrazione di ieri, quella delle Palme, che vede l'entrata di Gesù a Gerusalemme fino al clou della settimana, il cosiddetto “triduo pasquale”. 

 

In origine il Lunedì Santo non era giornata stazionale, dunque nemmeno liturgica. Così come il Martedì. In questo giorno, poi, venne istituita la stazione nella chiesa di Santa Prisca sull'Aventino.  Il Mercoledì Santo   - quando la stazione era aliturgica - il clero assieme al popolo si radunavano di mattina al Laterano. Qui si spiegava la Passione. Una volta che venne introdotta la liturgia stazionale, il raduno avveniva a San Pietro in Vincoli: da qui si muoveva una processione verso la basilica di Santa Maria Maggiore. 

E, veniamo, al Triduo pasquale. Si inizia con il Giovedì Santo, con la mattinata dedicata alla benedizione degli oli santi. Ciò avviene a San Giovanni in Laterano. Alla sera, ecco una delle liturgie più importanti: quella commemorativa dell'istituzione dell'Eucaristia. Durante la Santa Messa vengono consacrate due ostie: una di queste dovrà servire per il giorno seguente in cui non si consacra. La celebrazione si chiude con una processione dell'Eucaristia che viene deposta dentro il ciborio appositamente preparato sopra un altare. Una volta deposta l'Eucaristia, allora, si procede al ricordo della lavanda dei piedi. Due temi portanti della giornata, dunque: l'istituzione dell'Eucaristia con l'ultima cena di Cristo e il servizio. 

 

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La giornata del Venerdì Santo non prevede Celebrazione liturgica. Bensì viene celebrata soltanto la Passione del Signore  che si articola in: liturgia della Parola, composta di diverse letture (compresa la lettura della Passione); la solenne preghiera universale, l'adorazione della santa Croce ; e poi - per la liturgia eucaristica - si distribuisce la Comunione consacrata il giorno precedente, quella della messa vespertina “in Cena Domini” del Giovedì Santo.  Particolare è la storia della liturgia dell'adorazione della Croce. Una cerimonia che trova la sua origine in Gerusalemme. Venne presentò a Roma da Papa Sergio I. Aveva luogo nel pomeriggio. Il Papa usciva dal Laterano a piedi scalzi, dietro la Santa Croce che incensava lungo tutto il percorso processionale che arrivava addirittura alla basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme. 

 

Il silenzio del Sabato Santo: si medita in silenzio del sacrificio del Cristo. Un silenzio che attende fiducioso l'annuncio della risurrezione di Gesù: annuncio che avverrà nella solenne veglia pasquale, “la veglia delle veglie”, celebrata dopo il tramonto. 

 

La Veglia pasquale presenta diversi momenti importanti, tutti preziosi e che riassumono - in una certa misura - tutta l'esistenza cristiana. Luce, Parola, Acqua, Convito : questi, gli elementi più importanti della Celebrazione della Veglia che inizia, appunto, con la Luce. Si tratta della cosiddetta “Liturgia della luce”: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza. Questa parte della Veglia inizia all'esterno della Chiesa. Vi è la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale. L'accensione del cero pasquale. Segue, quindi, la processione all'interno della chiesa che è nel buio. Il sacerdote (o il diacono) che porta il cero, annuncia: “La luce di Cristo” oppure “Cristo luce del mondo”. L'annuncio viene ripetuto per ben tre volte e man mano vengono accese le candele che sono in mano a coloro che seguono il cero: è il popolo di Dio, guidato da Cristo, che cammina nella Luce. Dopo il terzo annuncio si accendono tutte le luci della Chiesa. Questa prima parte si conclude con il “preconio pasquale”, l'annuncio solenne della Pasqua. Poi vi è quella che viene chiamata “Liturgia della Parola”: sono 7 letture dell'Antico Testamento, un compendio della storia della salvezza. Al termine delle letture dell'Antico Testamento, si canta il Gloria. Le campane annunciano la Risurrezione del Signore. Poi, dunque, la lettura dell'Apostolo; il canto dell'Alleluia pasquale e la proclamazione del Vangelo.   Successivamente c'è la “Liturgia battesimale”.. In questa parte, molto spesso, è consuetudine che vi siano dei battesimi. Conclusione di tutta la Veglia, la “Liturgia eucaristica”, vertice di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione della Veglia pasquale.

 

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