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Le offerte per la celebrazione di Messe e Sacramenti non diventino un "commercio sacro"

Un Decreto del Dicastero per il Clero firmato oggi da Papa Francesco

Celebrazione Eucaristica in un Santuario |  | Wikimedia commons Celebrazione Eucaristica in un Santuario | | Wikimedia commons

Tirata d'orecchi del Dicastero per il Clero sulla disciplina delle intenzioni delle Sante Messe e relative offerte.

Il Papa ha firmato oggi un Decreto del Dicastero che a 34 anni dalla disciplina in materia indicata dal Mos iugiter del 1991 chiarisce e sottolinea fondamentalmente come vanno gestite le offerte per le messe.

Dopo un introduzione canonistica, storica e biblica nella quale si spiega che la offerta perché si celebri una messa per una intenzione specifica non è certo una "vendita", il testo entra nel dettaglio. In particolare sottolinea la differenza tra messa per una intenzione o semplice ricordo nel corso di una celebrazione della Parola o in alcuni momenti della celebrazione eucaristica, e anche dalla messa per una intenzione o per una intenzione collettiva.

I donatori devono essere informati, anche se ad esempio le messe vengono fatte celebrare "in missione" per aiutare una comunità. Le offerte hanno lo scopo di aiutare chi ne ha bisogno. Ma la cosa da evitare soprattutto è il rischio del "commercio sacro" per cui anche per la celebrazione dei Sacramenti non ci devano essere "tariffe" per evitare anche "che i più bisognosi siano privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà".

Il decreto si riferisce al Codice di Diritto Canonico e invita il concilio provinciale o la riunione dei Vescovi della provincia, oltre agli ordinare a prendere provvedimenti e gestire anche la formazione su questa materia. "Il Dicastero per il Clero, trascorsi dieci anni dall’entrata in vigore delle presenti norme, promuoverà uno studio della prassi nonché della normativa vigente in materia, in vista di una verifica della sua applicazione e di un eventuale aggiornamento".

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