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I restauri e la sicurezza della Basilica Vaticana per dare ai visitatori una esperienza di fede e bellezza

La Fabbrica di San Pietro ringrazia i benefattori

Munumento Urbano VIII |  | Fabbrica di San Pietro
Munumento Urbano VIII | Fabbrica di San Pietro
Monumento Paolo III |  | Fabbrica di San Pietro
Monumento Paolo III | Fabbrica di San Pietro
La Necropoli |  | Fabbrica di San Pietro
La Necropoli | Fabbrica di San Pietro
Necropoli |  | Fabbrica di San Pietro
Necropoli | Fabbrica di San Pietro
La conferenza di presentazione |  | ACI Stampa
La conferenza di presentazione | ACI Stampa
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Nuovi restauri, nuove misure di sicurezza, nuove luci. La Fabbrica della Basilica di San Pietro fedele al suo mito non si ferma mai. In corso il restauro dei monumenti funebri dei pontefici Paolo III e Urbano VIII e la riqualificazione illuminotecnica della Necropoli, delle Sale archeologiche e delle Grotte Vaticane e pronto il piano di esodo della Basilica di San Pietro, realizzato in sinergia con il Corpo dei Vigili del Fuoco italiano, d’intesa con il Comando dei Vigili del Fuoco del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. 

La presentazione alla stampa è stata fatta dal cardinale Mauro Gambetti, O.F.M. Conv., Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, con lui Alberto Capitanucci, responsabile dell’Area Tecnica e beni Culturali della Fabbrica di San Pietro; Pietro Zander, responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica di San Pietro; Stefano Marsella, direttore centrale per l’innovazione tecnologica e risorse logistiche del Dipartimento dei Vigili del Fuoco italiano. 

Gambetti ha ricordato: “Dobbiamo tutto questo alle offerte di chi viene a pregare nella Basilica e/o a visitarla, e, in particolare, ad alcuni benefattori, i Cavalieri di Colombo –intervenuti per la Necropoli –e il Safavi Philantropic Institute –intervenuto per le Grotte Vaticane. Grazie col cuore a tutti.  La Basilica è aperta al mondo. Visitata da 12 milioni di persone ogni anno”.

Zander ha spiegato mirabilmente le novità della illuminazione e della musealizzaione degli scavi della Necropoli che era stata rifatta 25 anni fa per il Giubileo del 2000. Una musealizzone anche degli scavi degli anno '50 della Necropoli. 

La " Via di luce" arriva al Baldacchino e poi la Gloria e i monumenti dei Papi che hanno avuto storie importanti e travagliate. Urabno VIII e Paolo III, rifodatore della Basilica e color che hanno permesso che la Basilica fosse compiute. Opere d'arte tutte restaurate. 

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Marsella ha ricordato “lo studio e la valutazione sulla sicurezza dell’esodo nella Basilica di San Pietro” che hanno “portato alla definizione di un nuovo piano d'emergenza, progettato per ridurre rischi in situazioni critiche, quando la basilica è gremita sia per gli eventi religiosi del Giubileo, che per il costante, elevato afflusso di pellegrini e turisti”. In pratica “l’obiettivo è stato quello di trasformare uno spazio storico ma complesso in un luogo ancora più sicuro per milioni di visitatori annuali e fedeli, utilizzando innovazione tecnologica e piani progettati al dettaglio. Un esempio del come patrimoni culturali possono adattarsi alle esigenze moderne della sicurezza senza perdere la loro essenza”. 

Per la parte più artistica e storica l’idea della illuminazione della Necropoli è quella di riportare ad una originalità che è però difficile da ricreare. 

Il professore Pietro Zander spiega:"Con il restauro dei monumenti sepolcrali dei papi Urbano VIII e Paolo III si è concluso in tempi da record il programma dei grandi interventi conservativi realizzati dalla Fabbrica di San Pietro per il Giubileo della Speranza che stiamo celebrando. Un ambizioso progetto che ha avuto inizio nel cuore della basilica, nella Necropoli Vaticana dov’è la tomba dell’Apostolo Pietro. Qui è stata infatti realizzata una nuova e suggestiva
illuminazione, mediante l’impiego di apparecchi illuminotecnici di nuovissima generazione, compatibili con le condizioni microclimatiche del sito (98% di umidità relativa) e con un spettro della luce appositamente tarato per inibire la crescita di microrganismi. Una luce soffusa e discreta, regolabile nella “temperatura colore” e nell’intensità, che accompagna il visitatore
fino alla venerata sepoltura di San Pietro, ubicata esattamente sotto l’altare papale sovrastato dal Baldacchino berniniano. Una luce capace di stimolare una visita immersiva, a cominciare dalla scala di accesso agli scavi, dove ogni gradino rappresenta un salto cronologico di circa settant’anni: dai giorni nostri all’anno 64, quando San Pietro subì il martirio sotto l’imperatore Nerone.

Numeri di bonzo evidenziano il trascorrere dei secoli sui gradini di questa “scala del tempo” illuminata con una luce degradante verso una tonalità calda, mentre alcuni pannelli didattici retro illuminati mostranoi riferimenti alle strutture sovrastanti dell’antica e della nuova basilica. Si ha così la sensazione di tuffarsi nella storia e nello spazio per incontrare Pietro sempre vivo nella persona del Papa suo successore. Pietro è qui, scriveva in greco un anonimo pellegrino di diciotto secoli fa accanto alla sepoltura petrina, e qui è il Baldacchino che si erge solenne sulla tomba
apostolica, e sempre qui, nell’abside della basilica, è il meraviglioso monumento in bronzo dorato che custodisce la Cattedra di San Pietro: monumenti simbolo della magnificenza barocca restaurati grazie al generoso sostegno dei Cavalieri di Colombo.

Ai lati della Cattedra di Pietro ammiriamo i sepolcri dei papi Paolo III e Urbano VIII il cui restauro, dopo tre mesi d’intenso lavoro, si è felicemente concluso nella giornata di ieri. Sono posti, non per caso, l’uno di fronte all’altro. Paolo III Farnese, il papa che chiamò Michelangelo alla Fabbrica di San Pietro, è infatti colui che ha avviato a conclusione la costruzione della grande basilica che, centoventi anni dopo la posa della prima pietra, fu solennemente consacrata il 18 novembre 1626 da papa Urbano VIII Barberini, che nel suo monumento sepolcrale ha ritrovato oggi il suo antico splendore".