Città del Vaticano , venerdì, 11. aprile, 2025 17:00 (ACI Stampa).
“Rivolgiamo un ultimo e caro saluto al Santo Padre, che – ormai nei siamo certi – tra un po’ sarà con noi, partecipe della vita della Chiesa”. Così stamane in Aula Paolo VI il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Roberto Pasolini, ha aperto la quarta ed ultima predica di Quaresima.
Commentando l’Ascensione di Gesù, il religioso ha spiegato che “il maestro si allontana per condurre i discepoli oltre sé stessi, obbedendo al comando più importante: diventare pienamente umani, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo: andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Gli apostoli sono invitati ad andare verso gli altri non in quanto esseri umani, ma in quanto creature. Cristo esce dal palcoscenico della storia per lasciare noidiventare presenza viva di Dio in ogni epoca e in ogni luogo”.
“Se accettiamo la sfida di andare dagli altri per annunciare la buona notizia agli altri come creature, dobbiamo anzitutto riconoscere che gli altri sono creature, ed è bello che ci siano. Se guardiamo invece agli altri come essere umani, con i loro ruoli e identità, scivoliamo facilmente nella pretesa e nel giudizio. Subito ci aspettiamo delle cose, verifichiamo se la loro vita corrispondere alle aspettative che abbiamo verso di loro. E’ importante riconoscere la bellezza e l’importanza degli altri, per il fatto che ci siano ed è il primo riconoscimento di cui tutti abbiamo bisogno ogni giorno per esistere. Essere riconosciuti per quello che si è, con le proprie luci e le proprie ombre”.
Tutti – ha concluso il predicatore della Casa Pontificia – dobbiamo avvicinarci “agli altri riconoscendo il loro cammino non come qualcosa da dover includere in una valutazione morale, a guardare con umiltà e rispetto la storia di ogni persona, tenendo presente che molti aspetti della vita umana restano ancora complessi, oscuri e difficili da comprendere. Portare il Vangelo fino ai confini della terra vuol dire portarlo fino ai confini del mistero dell’umanità. Siamo andati nello spazio, ora ci attende la missione di andare in profondità nell’essere umano e del suo mistero, di inoltrarci con attenzione e rispetto nell’abisso di ogni condizione umana riconoscendone la complessità”.