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Finanze Vaticane, il rapporto ASIF 2024 segna un punto di svolta?

Il rapporto dell’autorità antiriciclaggio che riguarda il 2024 segnala grandi progressi e sostanziale consolidamento, con qualche innovazione. Ma anche qualche contraddizione

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Lo scorso anno, parlando al Forum Omnes, il presidente dell’Istituto per le Opere di Religione Jean Baptiste de Franssu, aveva segnalato che i criteri di inversione etica più conosciuti, ovvero gli ESG (ambientali, sociali e governance) “si erano convertiti in mezzo politico per la trasformazione della società in questioni come il gender e altre relazioni. Da questo punto di vista non sono coerenti con i principi cristiani e lo IOR si distanzia da loro”. Tuttavia, il rapporto ASIF 2024 segnala che, nello IOR, si è affinato il “Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale” (SREP) e si è introdotto "l’obbligo per l’Istituto di pubblicare informazioni sui rischi ambientali, sociali e di governo societario", considerando "l’importanza crescente" di questi fattori. 

La contraddizione è particolarmente evidente nel Rapporto dell’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria che riguarda il 2024. L’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria, prima Autorità di Informazione Finanziaria, è l’autorità antiriciclaggio della Santa Sede. Supervisiona un solo ente, l’Istituto per le Opere di Religione, e le sue transazioni finanziarie. Oltre al cambio di nome, in questi anni l’ASIF ha vissuto varie riforme. Il ruolo del presidente è stato rafforzato, quello del direttore diminuito, creando anche un problema di conflitto di interessi per i membri del board, i quali, lavorando per altri enti, non possono essere messi a garanzia di una presidenza esecutiva.

La nuova gestione dell’Autorità di Informazione Finanziaria, tuttavia, sembra tagliare con il passato, rendendo, al di là della narrativa, l’ASIF meno forte a livello internazionale. I rapporti di MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard internazionali dei Paesi che si sottopongono alla mutua valutazione, non sono stati così esaltanti, ma presentavano piuttosto luci ed ombreTanto che MONEYVAL aveva chiesto di ritoccare la legge antiriciclaggio, e questo è avvenuto ed è stato recepito.

Per essere precisi, il Rapporto MONEYVAL segnalava la Santa Sede “non compliant” (non conforme) con le raccomandazioni 13 sulle banche corrispondenti, mentre riguardo le raccomandazioni 16 e 24 sui bonifici e le persone legali restano alcune “deficienze minori”, ma ora sono “largamente conformi”, mentre prima erano state valutate come non conforme.

In sintesi, delle 39 raccomandazioni applicabili, la Santa Sede è ora conforme o largamente conforme in 35 punti, e parzialmente conforme in 4 delle raccomandazioni.

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Il rapporto, dunque, al di là di alcune innovazioni, lascia anche aperte delle domande. Una presidenza così forte e così protagonista può essere considerata adeguata di fronte al nuovo scenario sulla trasparenza internazionale? Come verrà sanato il conflitto di prospettive tra ASIF e IOR riguardo i criteri ESG? E, infine, lo IOR è diventato il punto di riferimento del sistema? Se quest’ultimo fosse il caso, si avrebbe uno stravolgimento dei criteri anti-riciclaggio, perché è l’Autorità a dover creare i riferimenti, e non a dover seguire gli enti vigilati. Ma questo è solo uno scenario, per ora.

I numeri

Nel corso del 2024, l’ASIF ha ricevuto 79 segnalazioni di attività sospette (123 nel 2023), delle quali 73 da parte dell’ente vigilato (118 nel 2023), ovverosia lo IOR. C’è dunque una riduzione significativa delle segnalazioni, che l’Autorità attribuisce alla migliore qualità delle segnalazioni, al fatto che si sia affinato il processo di selezione di cosa segnalare.

Il rapporto segnala che la collaborazione interna e internazionale è cresciuta: ci sono state 65 comunicazioni (54 nel 2023) e 44 scambi (32 nel 2023). Sono stati trasmessi 11 rapporti al Promotore di Giustizia, come nel 2023, e sono state adottate 2 sospensioni di transazioni e operazioni e due blocchi di conti, fondi e altre risorse economiche (lo scorso anno era una sola sospensione).

Le innovazioni

Ovviamente, l’ASIF loda il suo sistema, afferma che il suo “assetto organizzativo e procedurale” è “nel complesso efficace”, assicura che è stato definito un piano di interventi su “circoscritte aree di miglioramento”. Inoltre, viene sottolineato che sono in corso attività formative nei confronti dell’ente vigilato, ovvero lo IOR, a partire dalla sessione del 19-20 dicembre 2024.

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Nel rapporto, poi, si distinguono le segnalazioni di attività sospette che presentano veri e propri indicatori di anomalia e le segnalazioni che sono determinate esclusivamente da connessioni dirette o indirette con giurisdizioni ad alto rischio e giurisdizioni soggette a monitoraggio rafforzato.

Su 79 segnalazioni, 36 vengono da Paesi ad alto rischio geografico. Secondo l’ASIF, è una lettura cruciale, considerando che l’ente vigilato opera per la missione della Chiesa in aree di rischio. Ma è anche vero che nessuna di queste segnalazioni ha determinato l’invio di un rapporto all’Ufficio del Promotore di Giustizia.

L’ASIF segnala anche quali sono gli indicatori di anomalia più frequenti. Il 26 per cento delle segnalazioni si riferisce ad una sospetta operatività in contanti, il 23 per cento ad una operatività non coerente con lo status del cliente o l’attività pregressa, il 14 per cento delle segnalazioni ad operatività illogica o inutilmente complessa.

E ancora: il 12 per cento delle segnalazioni si riferisce a “notizie di stampa negative che interessano il cliente” e un altro 12 per cento riguarda un collegamento con le giurisdizioni a rischio.

Il Rapporto segnala che “tra le segnalazioni ricevute nel corso del 2024, quelle che hanno dato luogo all’invio di un Rapporto all’Ufficio del Promotore di Giustizia erano principalmente connesse con indicatori di anomalia relativi ad operatività non coerente con lo status del cliente o con l’operatività pregressa, a notizie di stampa negative e ad un utilizzo improprio del conto corrente che poteva lasciar supporre intestazioni fittizie di fondi.

Lo IOR

Come detto, l’Istituto per le Opere di Religione è l’unico ente vigilato dall’ASIF perché l’unico autorizzato a fare finanza in modo professione, e – come è normale – l’ASIF lo ha monitorato in maniera sistematica, guardando anche a come si è evoluta la situazione economico patrimoniale e di liquidità – e qui dati interessanti potrebbero venire dal prossimo rapporto IOR.

Il rapporto segnala che è stato affinato il cosiddetto “Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale” (SREP) e – come già segnalato – è stato introdotto l’obbligo per l’Istituto di pubblicare informazioni sui rischi ambientali, sociali e di governo societario (recependo, così, la crescente importanza d ei fattori ESG).

Il ruolo di presidente e vicepresidente ASIF

Secondo Carmelo Barbagallo, presidente dell’ASIF, il rapporto “rassicura, con la forza dei numeri e la concretezza degli argomenti, sul fatto che l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria sia riuscita a mantenere, nel corso del 2024, uno standard elevato nella propria azione di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e nell’attività di Vigilanza sullo IOR. Ne sono testimonianza la qualità delle relazioni e delle varie for me di cooperazione con le Autorità, interne e internazionali, nonché i buoni risultati conseguiti dallo IOR”.

Colpisce che non ci sia nessuna menzione sul ruolo del nuovo direttore, Federico Antellini Russo. Anche perché lo scorso 27 novembre, Antellini Russo aveva affiancato alla nomina di direttore quella di vicepresidente rendendo ancora più sfumata la differenza tra presidenza e direzione che si era già persa con i nuovi statuti del dicembre 2020, che avevano tra l’altro cambiato il nome dell’Autorità da Autorità di Informazione Finanziaria ad Autorità di Informazione e Supervisione Finanziaria.

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Solo ringraziamenti, anche da parte del direttore uscente Giuseppe Schlitzer, ma senza spiegare come il ruolo di direttore e quello di vicepresidente si vanno a combinare nella struttura dell’ASIF.

 Nello Statuto AIF approvato nel 2014, il ruolo del presidente era stato delineato proprio per una chiara distinzione dei ruoli: un presidente di garanzia, una direzione operativa, un consiglio che elaborasse le strategie. Ora, i poteri del direttore sembrano essere più limitati, e il consiglio esecutivo potrebbe anche creare possibili conflitti di interessi se i membri hanno incarichi esterni.

Il ruolo del direttore sembrava più limitato nello statuto 2020. Se, nello Statuto del 2014, il direttore è colui che “dirige, organizza e controlla l’autorità” e anche “adotta istruzioni e linee guida in materia di organizzazione e attività del personale”, e fa le sue proposte in materia di regolamenti, bilanci e sanzioni al Consiglio direttivo, con lo statuto del 2020 il direttore fa le stesse proposte direttamente al presidente dell’Autorità.

Ma cosa farà Antellini Russo ora che è anche vicepresidente? E, soprattutto, si arriverà ad una sostanziale identificazione tra direttore e presidente se ci sarà una transizione allfine del mandato alla presidenza di Carmelo Barbagallo il prossimo anno?

C’è, in fondo, il rischio di un ritorno al passato, e a quelle criticità che avevano portato nel 2012 la Santa Sede a riscrivere la prima versione della legge antiriciclaggio per passare il test dei valutatori del Comitato del Consiglio d’Europa MONEYVAL.