Nemi , venerdì, 4. aprile, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Agire come “forza unita, fiduciosa e integrativa per i suoi vicini e per il mondo” di fronte alla spirale in cui sta precipitando il mondo. I delegati della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europa (COMECE) si sono incontrati a Nemi dal 26 al 28 aprile, e al termine della riunione hanno rilasciato una dichiarazione finale che è al tempo stesso un grido di allarme e un appello di speranza.
La Commissione ha sede a Bruxelles e monitora il dialogo con le istituzioni europee sulla base dell’Articolo 17 del Trattato di Lisbona. È una commissione, insomma, che guarda alle cose pratiche, che si informa della politica europea e dà valutazioni, che fa considerazioni anche di stampo politico. Non sorprende, dunque, che i vescovi siano recentemente intervenuti sul tema del riarmo europeo o abbiamo partecipato al dibattito sul futuro dell’Europa. La COMECE ha anche una rete di giovani, i cui rappresentanti sono intervenuti in assemblea, e si è impegnata in un dialogo con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ma anche con il Commissario europeo Paolo Gentiloni e con il presidente del Consiglio italiano emerito Mario Monti.
Serve questa premessa per comprendere il senso della dichiarazione. I vescovi europei notano che “l'aumento della tensione globale, fomentato dal crescente isolazionismo e dall'approfondimento delle fratture, sta erodendo il multilateralismo e indebolendo i principi democratici. Questa combinazione sta dando luogo a una spietata competizione e a violenti scontri, spesso in palese violazione del diritto internazionale".
I vescovi riconoscono la necessità di una Unione Europea forte e in grado di difendere i propri cittadini, ma notano anche che “ogni investimento necessario, proporzionato e adeguato verso la difesa europea non deve quindi avvenire a scapito degli sforzi volti a promuovere la dignità umana, la giustizia, lo sviluppo umano integrale e la cura del Creato".
Altro tema centrale, quello economico. Il dibattito è stato stimolato dal rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea. Anche in questo caso, i vescovi dicono che sì, l’Europa si deve rafforzare a livello economico, ma non deve compromettere il suo impegno sstorico alla solidarietà, in particolare con le regioni più vulnerabili del mondo, nonché con coloro che soffrono di povertà o cercano rifugio.