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La COMECE chiede di “Guardare all’Europa con speranza”

La Commissione dei vescovi dell’Unione Europea si è incontrata a Nemi dal 26 al 28 aprile. La dichiarazione finale è un appello non solo all’Europa, ma al mondo

Parolin, COMECE | Il Cardinale Parolin interviene alla plenaria della COMECE | Ada Lushi / COMECE Parolin, COMECE | Il Cardinale Parolin interviene alla plenaria della COMECE | Ada Lushi / COMECE

Agire come “forza unita, fiduciosa e integrativa per i suoi vicini e per il mondo” di fronte alla spirale in cui sta precipitando il mondo. I delegati della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europa (COMECE) si sono incontrati a Nemi dal 26 al 28 aprile, e al termine della riunione hanno rilasciato una dichiarazione finale che è al tempo stesso un grido di allarme e un appello di speranza.

La Commissione ha sede a Bruxelles e monitora il dialogo con le istituzioni europee sulla base dell’Articolo 17 del Trattato di Lisbona. È una commissione, insomma, che guarda alle cose pratiche, che si informa della politica europea e dà valutazioni, che fa considerazioni anche di stampo politico. Non sorprende, dunque, che i vescovi siano recentemente intervenuti sul tema del riarmo europeo o abbiamo partecipato al dibattito sul futuro dell’Europa. La COMECE ha anche una rete di giovani, i cui rappresentanti sono intervenuti in assemblea, e si è impegnata in un dialogo con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ma anche con il Commissario europeo Paolo Gentiloni e con il presidente del Consiglio italiano emerito Mario Monti.

Serve questa premessa per comprendere il senso della dichiarazione. I vescovi europei notano che “l'aumento della tensione globale, fomentato dal crescente isolazionismo e dall'approfondimento delle fratture, sta erodendo il multilateralismo e indebolendo i principi democratici. Questa combinazione sta dando luogo a una spietata competizione e a violenti scontri, spesso in palese violazione del diritto internazionale".

I vescovi riconoscono la necessità di una Unione Europea forte e in grado di difendere i propri cittadini, ma notano anche che “ogni investimento necessario, proporzionato e adeguato verso la difesa europea non deve quindi avvenire a scapito degli sforzi volti a promuovere la dignità umana, la giustizia, lo sviluppo umano integrale e la cura del Creato".

Altro tema centrale, quello economico. Il dibattito è stato stimolato dal rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea. Anche in questo caso, i vescovi dicono che sì, l’Europa si deve rafforzare a livello economico, ma non deve compromettere il suo impegno sstorico alla solidarietà, in particolare con le regioni più vulnerabili del mondo, nonché con coloro che soffrono di povertà o cercano rifugio.

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Nel suo intervento in assemblea, il Cardinale Parolin ha esortato i leader politici a “mettere da parte le divisioni e le barriere ideologiche” a favore del dialogo. Ha sottolineato la responsabilità dell'Europa, radicata nella sua tradizione cristiana, di promuovere la pace e la solidarietà, rimarcando che “il dialogo rimane l’unica via percorribile”.

Sul tema delle migrazioni, il Segretario di Stato vaticano ha ribadito la richiesta della Santa Sede per politiche di migrazione umane, perché “la preoccupazione per il benessere dell’Europa non ci esime dal pensare al bene del mondo”.

Monti – primo ministro italiano dal 2011 al 2013 e commissario europeo per il mercato unico e la concorrenza dal 1995 al 2004 – ha sottolineato il ruolo vitale della COMECE nel promuovere un’Europa basata su valori condivisi, e ha affrontato il tema della competitività economica.

Le crescenti tensioni globali sono state discusse con l’arcivescovo Gallagher. Questi ha anche affrontato il tema dell’erosione del multilateralismo e i cambiamenti nelle relazioni transatlantiche, soffermandosi sui conflitti in Ucraina e Terrasanta e sul futuro dell’integrazione UE.

Con l’ambasciatore dell’Unione Europea presso la Santa Sede Martin Selmayr, i delegati della COMECE hanno discusso delle questioni relative all'articolo 17 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e sul GDPR e l'elaborazione dei dati all'interno della Chiesa.

Venerdì 28 marzo l'Assemblea ha accolto l’arcivescovo Giuseppe Baturi, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana (CEI), e il Presidente Paolo Gentiloni, già Presidente del Consiglio dei ministri italiano (2016-2018) e Commissario europeo per l'economia (2019-2023).

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Mentre Baturi ha ripercorso la storia dell’InCE e le iniziative più recenti della Conferenza, in particolare sui temi del Mediterraneo, dei giovani e dell’Europa, il presidente Gentiloni ha analizzato temi quali la difesa europea, le sfide economiche che l’Europa deve affrontare e la necessità di un “risveglio europeo”.

 In seguito alla loro richiesta, l'Assemblea della COMECE ha accolto la Chiesa latina dell'Ucraina e la Chiesa greco-cattolica dell'Ucraina come membri osservatori, unendosi agli altri membri osservatori: la Conferenza Episcopale Svizzera, la Conferenza Episcopale Internazionale di San Cirillo e Metodio, la Conferenza Episcopale della Scozia e la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles. La decisione era stata presa nei mesi precedenti ed è stata attuata a Nemi.