A cento giorni dall’annuncio dell’Arcivescovo Mario Delpini della costituzione del Fondo Schuster, istituito a Milano per i 50 anni della Caritas Ambrosiana e per i 70 anni dalla morte del Cardinale Ildefonso Schuster, sono stati raccolti oltre due milioni di euro. Per avviare il progetto l’Arcidiocesi di Milano, che ha affidato alla Caritas Ambrosiana la gestione del Fondo, aveva messo a disposizione un milione di euro di risorse proprie. 400mila euro derivano da donazioni di privati.

L’obiettivo del Fondo Schuster – case per la gente è quello di affrontare l’emergenza abitativa, un tema sempre più urgente in una metropoli come Milano, così come in altre zone della Diocesi, dove profondi squilibri e disuguaglianze economiche rendono sempre più difficile garantire il diritto alla casa.

L’iniziativa è sostenuta anche dalle istituzioni pubbliche: Regione Lombardia, tramite l’Aler Milano, ha messo a disposizione 120 appartamenti nel capoluogo. Di questi, è stato selezionato un primo blocco sperimentale di 15 unità, distribuite in diverse zone della città. Il Comune di Milano intende contribuire inizialmente con 12 appartamenti situati in via Ricciarelli, cui seguirà la disponibilità di altri alloggi vuoti.

Per il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti – in una dichiarazione rilasciata al sito dell’Arcidiocesi di Milano – “il Fondo Schuster sta generando grande attenzione su un tema altamente problematico sia a Milano sia nei territori della Diocesi. Sul versante dei contributi a persone e famiglie in difficoltà economica a causa di spese legate alla casa il Fondo offre risorse preziose per rendere ancora più efficace l’aiuto e l’accompagnamento offerti dai Centri d’ascolto territoriali e dal servizio diocesano Siloe. Ma ci stiamo attrezzando al meglio anche su altri versanti, affinché il diritto a un abitare dignitoso sia esigibile non soltanto da chi ha un solido patrimonio e un robusto reddito. Stiamo stringendo alleanze, con le istituzioni pubbliche e con altri soggetti del mondo imprenditoriale, finanziario e filantropico, affinché gli interventi abbiano senso e durata, e divengano elemento strutturale del nostro agire. Ma soprattutto si qualifichino come stimolo a politiche di settore che evitino la polarizzazione tra città e quartieri per ricchi, e città e quartieri per gli altri ceti sociali. Ci teniamo alla coesione e dunque della sicurezza delle nostre comunità, ma anche alla qualità delle relazioni umane e alla tenuta democratica dei nostri territori”.