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Gerico, la storia del Medio Oriente in una sola città

Gli scavi archeologici raccontati dalla Rivista Terra Santa

Uno sguardo sugli scavi di Gerico |  | Missione a Gerico, Sapienza Università di Roma Uno sguardo sugli scavi di Gerico | | Missione a Gerico, Sapienza Università di Roma

Il luogo è suggestivo, antico, misterioso, e dal 17 settembre 2023, anche patrimonio dell’ Unesco. 

Per chi legge le Sacre Scritture è un nome familiare: Gerico. Oggi le antica rovine, forse le più antiche del mondo, sono in Zona A della Palaestina a Tell es-Sultan. Studiandole si può leggere meglio la Bibbia e non solo. 

Nel numero di Aprile della Rivista Terra Santa c’è un interessante reportage sullo stato degli scavi condotti dalla Università La Sapienza di Roma in collaborazione con il ministero del Turismo e delle Antichità dell’Autorità nazionale palestinese, che, con il sostegno economico costante del ministero degli Esteri italiano. 

Quasi trenta anni, dal 1997 al 2025 per leggere la città e proteggerla. “Alle origini della società umana- scrive Lorenzo Nigro Ordinario di Archeologia e Storia dell’Ar-te del Vicino Oriente antico, Sapienza Università di Roma- nella depressione dove il fiume Giordano sfocia nel Mar Morto, sul fondo di quello che fu un grande lago salato per milioni di anni, lungo la faglia tettonica che marca la giunzione tra l’Asia e l’Africa, ai piedi del Monte della Quarantena o delle Tentazioni (Jebel Quruntul), sgorga una sorgente d’acqua dolce con la portata di un vero fiume (5.000 litri al minuto), ‘Ain es-Sultan, «la sorgente del sultano». Sul banco roccioso calcareo che domina questa sorgente, i cacciatori e raccoglitori che percorrevano la valle nel XIII millennio a.C. stabilirono il loro primo campo stagionale, che, gradualmente, si trasformò in un villaggio”. Così inizia la storia del luogo. Quando visitai gli scavi di Gerico nei primi anni ’80 ero una adolescente, ma la visione di quella “torta” si strati di terra, costruzioni, incendi e ricostruzioni che allora vedevano i turisti fu una grande emozione. 

Da allora la storia di Gerico è stata sfogliata un po’ alla volta, dal primo insediamento nel XIII millennio avanti Cristo ad oggi. Cananei, Amorrei, Greci, Egizi i Babilonesi e tanti altri popoli semiti e non, insomma la vera carta storica di quella parte di Medio Oriente, con le mura, le tombe, gli oggetti che ricordano la quotidianità.

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Il Padre missionario francescano Augustin Augustinović, scrisse una fondamentale guida dell’Oasi di Gerico (Gerico e dintorni, Gerusalemme 1951), raccogliendo dati topografici, epigrafici e testuali

oggi in gran parte perduti. “Una lunga storia - dice Nigro- ancora in gran parte da scrivere, che l’archeologia ha integrato portando alla luce monumenti oggi visibili nel sito e reperti che verranno esposti in un futuro Museo che la missione archeologica della Sapienza Università di Roma, l’Aics, l’Unesco e il ministero degli Esteri italiano si sono impegnati a realizzare assieme a ministero del Turismo e delle Antichità della Palestina”.

Nell’attesa l’articolo della Rivista Terra Santa è un ottimo inizio per gli studi.