Città del Vaticano , mercoledì, 26. marzo, 2025 9:00 (ACI Stampa).
Fino a lunedì 24 marzo, la visita di Re Carlo di Inghilterra e la Regina Camilla in Vaticano era prevista, e includeva la possibilità di un incontro con il Santo Padre. Tanto che il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, arrivava ad auspicare con i giornalisti che il Papa potesse incontrare il re, perlomeno brevemente. Il 25 marzo, tuttavia, Buckingham Palace ha annunciato che la visita è posticipata a data da destinarsi, in accordo con la Santa Sede, proprio perché “il consiglio medico suggerisce che Papa Francesco possa beneficiare di un tempo lungo di riposo e recupero”.
Non è annullata la visita di Re Carlo in Italia, dove tra l’altro sarà il primo re d’Inghilterra a rivolgersi alle Camere in seduta comune. La decisione di posticipare la visita in Vaticano risolve, tuttavia, una serie di possibili problemi di protocollo.
Il re, infatti, in caso di impossibilità di incontro con il Santo Padre, non avrebbe risolto con un bilaterale con la Segreteria di Stato, come successo con il presidente lituano Nauseda lo scorso 3 marzo o come accadrà con il presidente polacco Duda la prossima settimana, quando questi sarà in Vaticano per il ventennale della morte di Giovanni Paolo II. Il Re è un reale, e dunque ha un protocollo diverso, tutto da rispettare.
Inoltre, la convalescenza del Papa metteva a rischio anche la preghiera ecumenica nella Cappella Sistina. L’organizzazione del servizio era tutto centrato sulla presenza congiunta di Papa Francesco, capo della Chiesa Cattolica, e del Re, capo della Chiesa Anglicana. Se il Papa non ci fosse stato, si sarebbe suggerito al Re di assistere alla celebrazione, che avrebbe abbassato il livello e sarebbe stata probabilmente guidata dal Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e dal vescovo Anthony Ball, direttore dell’Anglican Center, la liaison della Chiesa anglicana a Roma.
Re Carlo e la Regina Camilla rimandano, dunque, il viaggio giubilare che aveva anche l’intenzione di consolidare i rapporti tra Chiesa Cattolica e Chiesa anglicana.