Città del Vaticano , venerdì, 18. marzo, 2016 11:09 (ACI Stampa).
Una riflessione sull’ecumenisco quella che Padre Cantalamessa ha proposto come conclusiva della serie dedicata al Concilio per la Quaresima in Curia.
Come riporta la Radio Vaticana il frate ha ricordato che a 500 anni dalla Riforma protestante occorre “non sciupare questa occasione rimanendo prigionieri del passato”:
“Ci sono cristiani che bisogna convincere, in entrambi gli schieramenti, che la guerra è finita, le guerre di religione tra cattolici e protestanti sono finite. Abbiamo ben altro da fare che farci guerra l’un l’altro! Il mondo ha dimenticato, o non ha mai conosciuto, il suo Salvatore, colui che è la luce del mondo, il Dio con noi, la via, la verità e la vita, e noi perdiamo tempo a polemizzare tra di noi?”.
Cantalamessa ha parlato della perdita del senso del peccato ricordando i punti comuni tra Chiesa cattolica e Riforma: “Non si è giustificati per le buone opere” ma per la grazia di Cristo tuttavia “non ci si salva senza le buone opere”. Ma oggi in questo “mondo largamente post-cristiano” che “ha smarrito del tutto” il “vero senso del peccato”, è necessario fare “un salto di qualità”:
“La giustificazione mediante la fede in Cristo dovrebbe essere predicata da tutta la Chiesa oggi e con maggior vigore che mai. Non più, però in opposizione alle ‘buone opere’ che è un problema risolto e superato, ma in opposizione, semmai, alla pretesa del mondo secolarizzato moderno di potersi salvare da solo, con la propria scienza, la tecnica o con spiritualità di propria invenzione. Sono convinto che se fossero vivi oggigiorno questo sarebbe il modo con cui Lutero, Calvino e gli altri riformatori predicherebbero la giustificazione gratuita mediante la fede!”.